Abbiamo parlato recentemente di alcune delle perle della ristorazione valdostana. Continuiamo il viaggio alla scoperta della Valle d’Aosta gourmet, proponendovi oggi altri ristoranti dove val la pena una tappa
Ci eravamo lasciati con il racconto di Paolo Griffa Al Caffè Nazionale di Aosta, la riconferma della stella già guadagnata lo scorso anno dal Vecchio Ristoro, sempre ad Aosta e l’ingresso in Guida di due nuovi ristoranti gourmet valdostani: il Bar à Fromage a Cogne e la Trattoria di Campagna a Sarre.
Ora continuiamo questo viaggio gourmet per questa piccola ma incredibile regione, alla scoperta di alcuni ristoranti che meritano di essere visitati per degustare la loro proposta enogastronomica.
Questa volta conosceremo Osteria Due Passi, Loc. Chateau Feuillet, a Saint Pierre, lo Chalet Plan Gorret a Courmayeur, il ristorante Stefenelli Desk ad Aosta e la locanda Ristorante “La Clusaz” a Gignod, lungo la strada che conduce al valico del Gran San Bernardo.
Osteria Due Passi, Chateau Feuillet, a Saint Pierre
Osteria Due Passi, all’interno dell’Hotel La Meridiana, è il ristorante di Corrado Michelazzo, chef originario piemontese che, insieme alla famiglia, ha deciso di intraprendere questa avventura. Dopo esperienze giovanili in ristoranti stellati d’Europa raggiunge la sua prima Stella Michelin nel 2004 al Petit Restaurant dell’Hotel Bellevue di Cogne. Ma la ricerca e la sete di nuove sfide lo portano per 13 anni in Asia prima a Shanghai, Pechino e poi a Hong Kong per poi tornare in Valle d’Aosta. Questa esperienza in Asia influenza tutt’ora la sua cucina. Osteria Due Passi è, infatti, fortemente legata alla costante ricerca di materie prime del territorio rivisitate con degli spunti asiatici. Lo chef cerca di elaborare una cucina leggermente diversa che mantiene legami con il territorio ma li contamina con l’esperienza estera. Ne escono fuori piatti innovativi che partono dalla tradizione culinaria valdostana, rielaborata in chiave creativa, senza stravolgimenti, ma per esaltare le eccellenze gastronomiche locali.
È proprio qui la filosofia del ristorante. Proporre una cucina innovativa con spunti legati all’esperienza internazionale senza mai dimenticare dove sono e da dove sono venuti e cresciuti.
Che aspirazioni avete per il futuro? Chiediamo allo chef. “La nostra aspirazione è riproporre una cucina non banale ma dinamica, sostenibile e che strizzi l’occhio alle tecniche e tradizioni che abbiamo imparato in giro per il mondo”.
Stefenelli Desk Ristorante ad Aosta
Il Ristorante Stefenelli Desk apre ad Aosta nel febbraio del 2020. Stefenelli Desk è il riassunto di un viaggio dello chef che parte dal territorio della Valle d’Aosta (lo chef è originario di Cogne), conduce nel nord Europa prima a Bonn poi sul lago di Costanza e infine torna alla tradizione. Il ristorante nasce in un vicolo del centro storico di Aosta in un antico edificio del 1772, recuperato con attenzione ai dettagli e ai materiali, dove in occasione della Fiera Millenaria di Sant’Orso le porte della cantina erano aperte ai visitatori. All’interno legno pietra e vetro combinati con armonia. Al suo interno lo chef Marco Stefenelli, propone una cucina gourmet che esalta con rigore e creatività le materie prime del territorio. “Dopo anni trascorsi all’estero in Germania io e mia moglie siamo tornati a casa e cerchiamo di offrire una cucina creativa ma schietta e sincera”, ci racconta lo chef. Il ristorante ha 2 sale diverse, una più moderna con uno stile bistrot ed una più elegante e raffinata con il soffitto a volta e colonne che rendono intimi gli spazi. Un’atmosfera sospesa tra l’antico e il contemporaneo.
Chalet Plan Gorret a Courmayeur
Già nel 18° secolo il ristorante dello Chalet Plan Gorret era un punto di sosta per gli escursionisti che desideravano fare una passeggiata attraverso il bosco da Courmayeur fino alla Cappella dell’Hermitage. È proprio questo spirito di “buvette” di montagna che lo Chalet Plan Gorret conserva ancora oggi.
Il ristorante propone soprattutto cucina sarda e di pesce, unita alle eccellenze locali quali la fontina e il cervo. Una splendida unione tra Sardegna e Valle d’Aosta, i sapori del mare con quelli della montagna. Ed è proprio questo che lo chef vuole continuare a fare, lavorare bene per farsi apprezzare sempre di più.
La Clusaz a Gignod
Terminiamo questa seconda tappa del nostro viaggio con La Clusaz, un ristorante che racchiude in sé diverse contrapposizioni: un locale storico, per i diversi anni di attività alle spalle e tuttavia anche un locale contemporaneo poiché la ricerca e lo sviluppo in cucina restano al passo con i tempi. La Locanda ha una storia antichissima. All’epoca dei Celti la strada lungo la quale sorge la Clusaz era un sentiero, divenuto in seguito strada romana, che conduceva in Svizzera e in Germania. Il “Mons Jovis”, nome con il quale i Romani battezzarono il Colle del Gran San Bernardo, rappresentava il più importante punto di attraversamento delle Alpi. Intorno al 1050 Bernardo di Mentone, arcidiacono di Aosta, edificò sul Colle che porta il suo nome un Ospizio per offrire rifugio e assistenza ai viaggiatori. L’Ospizio, che nel tempo subì diversi ampliamenti, fu affidato ai monaci dell’ordine di Sant’Agostino ancora oggi presenti al suo interno, insieme ai fedeli alleati nell’opera di assistenza e soccorso dei viandanti: i cani San Bernardo. L’antica tradizione di ospitalità della Valle del Gran San Bernardo si rispecchia nella storia della “Clusaz”.
Le prime notizie risalgono al XII secolo, avendo testimonianze scritte dell’anno 1140 che riportano la presenza della Locanda come punto di sosta. Nel 1820 la locanda cessò il suo ruolo originale quando fu acquistata da Nicola Gerbore che la trasformò in fattoria. Nonostante varie trasformazioni nel tempo, il complesso conserva ancora oggi una lastra in ghisa, visibile sopra il caminetto nella sala ristorante che riproduce lo scudo araldico del XVIII secolo dell’Arcidiacono di Aosta René Ribitel. Questo stemma testimonia le origini “caritatevoli” della locanda. Nel 1925 Graziano Grange, nonno di Maurizio Grange l’attuale proprietario della Locanda, acquistò il fabbricato “La Clusaz” e lo ripristinò, restituendo l’antica vocazione di ristorazione e ospitalità.
La Locanda si caratterizza per un’accoglienza professionale e leggera, benché la stessa sala sia calda e accogliente. Come nuova generazione alla guida della Clusaz, il lavoro che viene fatto quotidianamente è mantenere le radici ben salde nella tradizione territoriale della regione. La filosofia della Clusaz è semplicemente paragonabile ad una casa, per il calore dell’ospitalità unica e personale. Qual è la vostra maggiore aspirazione, chiediamo. “La maggior aspirazione è riuscire a trasmettere la passione e la dedizione per questo lavoro, alla nuova generazione di cuochi e camerieri, e naturalmente anche ai nostri ospiti”.