Anche durante queste feste, il dolce natalizio per eccellenza ha fatto registrare vendite da record, in Italia e all’estero. E qualcuno già lo propone come patrimonio dell’Unesco…
È un momento d’oro per il panettone, e non soltanto per le festività natalizie, delle quali è il dolce tradizionale. Analizzando i numeri infatti, il giro d’affari che ruota intorno a questo prodotto è di 331 milioni di euro. Se poi si vuole allargare l’analisi a tutto il comparto dei lievitati di ricorrenza si arriva a 799,1 milioni di euro. Oltre a questo a far sorridere gli addetti ai lavori è il trend di crescita che si è registrato questi ultimi anni: nel 2017 è stato del +4% con l’export in crescita dell’11. Dati alla mano, i paesi che apprezzano di più pandoro e panettone sono la Francia (a sorpresa), la Germania, il Belgio e la Polonia. Anche l’America, a quanto pare, ne sta scoprendo la bontà e la tipicità visti i recenti record di vendite a New York e non solo. Motore di questa industria è, ovviamente, la regione che gli ha dato i natali: la Lombardia. Solo in provincia di Milano sono presenti quasi cinquecento imprese attive nel settore che pesano non poco a livello occupazionale. Visto l’entusiasmo che si è creato intorno a questa icona natalizia, si sta parlando con sempre più insistenza di candidare il panettone come Patrimonio Immateriale dell’Unesco affinché si riconosca la capacità tecnico-artigianali di matrice milanese dei fornai e dei pasticceri che gestiscono il lievito madre, sulla falsariga di quanto già avvenuto con i pizzaioli napoletani entrati formalmente nel World Heritage immateriale nel 2017.
Stefano Bellachioma
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