Al Ragusa Off, in occasione de La Città della Pizza, i maestri Giuseppe Furfaro e Angelo Greco ci hanno
raccontato la loro storia: anche Roma ha potuto provare le loro creazioni
Tra i locali napoletani maggiormente conosciuti e invidiati in Italia e all’estero c’è Trianon, la pizzeria napoletana gestita da Giuseppe Furfaro e Angelo Greco. Dopo aver ereditato attività e passione per questo mestiere dalla famiglia dei loro suoceri, i due, presenti all’evento La Città della Pizza ci hanno raccontato da dove vengono, dove sono e soprattutto dove stanno andando.
Come avete cominciato la vostra esperienza lavorativa?
“Sono circa trent’anni che operiamo nel settore. Nostro suocero e suo fratello erano la terza generazione della pizzeria. Sono stati loro a trasmetterci quest’arte. Così cominciò la nostra avventura e ora abbiamo preso le redini dell’azienda, che è nata dalla famiglia Leone e che oggi la detiene ancora. Noi continuiamo questo percorso a cui loro ci hanno iniziato. L’insegnamento va integrato con la passione, senza non si parte”-
Come si è avviata storicamente la vostra pizzeria?
“La pizzeria nasce nel 1923 a cavallo delle due guerre con i coniugi Leone. Pian piano sono subentrate le nuove generazioni che portano avanti la tradizione e, in particolare, il culto della pizza”.
Come trovate l’evento della Città della Pizza?
“Il festival è una buona vetrina per il settore. C’è un bel pubblico. Tante famiglie e tantissime persone. Il senso della manifestazione per noi è il trasmettere la nostra cultura napoletana e la nostra pizza. Infatti la pizza napoletana è patrimonio dell’Unesco e va preservata”.
Come vedete il mondo della pizza moderno rispetto a quello dei vostri nonni?
“Il mondo della pizza ha avuto una forte evoluzione, ma non dal lato lavorativo. Il cambiamento è avvenuto più dal lato social e molte pizzerie ne sono state influenzate. Qualcuno si è gettato nel mondo del gourmet, ma noi facciamo pizza tradizionale. Vogliamo mantenere le tradizioni. I giovani possono essere influenzati da nuove tipologie di pizza, ma alla fine si torna sempre al classico”.
foto by Gennaro Di Micco