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La manifestazione capitolina oltre alla conoscenza con nuove tipologie di questo distillato pazzesco, permette anche l’incontro con esperti del settore. Noi abbiamo parlato con Samuel Cesana, Spirits Brand Manager della Pellegrini Spa

L’affascinante mondo del whisky. Caleidoscopio di colori, sapori, profumi ma soprattutto di storie: di blended stories di evoluzione, di produzione e di gusti, di principali giocatori, di nuovi mondi e mercati e di single stories di territori, di miti e leggende imbottigliati. Un mondo complesso. Oltre alle storiche nazioni di Scozia e Irlanda, ora giocano a pieno titolo anche USA e Giappone, muovono passi decisi Taiwan, India e altri. Inoltre, tra i giocatori, ci sono distillerie, blenders (maestri di miscelazione), e anche selezionatori e imbottigliatori indipendenti.  E mentre con le distillerie il discorso è abbastanza chiaro, gli altri due necessitano una spiegazione.

“Teniamo a mente che un Blend è un mix di diversi single malt e single grain, da un minimo di due fino all’infinito. Circa il 90% della produzione di Whisky è un blend” spiega Samuel Cesana, Spirits Brand Manager presso Pellegrini spa. “È stato Andrew Usher a produrre il primo blend di whisky di malto e di whisky di cereali nel 1853, chiamandolo Usher’s Old Vatted Glenlivet. Si potrebbe dire che è allora che è nato il whisky che conosciamo: non più uno spirito forte e rude, ma un superalcolico di gusto moderno, complesso e morbido, a volte cremoso e elegante, capace di mantenere lo stile di ogni distilleria di anno in anno, adatto per il consumo a livello mondiale”.

Chi sono, invece, i selezionatori, imbottigliatori indipendenti (IBIndipendent Bottlers)? “Sono persone o società che, nell’era del successo dei blended whisky, avevano capito il potenziale del Single Malt di particolari distillerie, per spingersi dopo fino al Single Cask, ovvero prodotti di un unico barile”. Tra i pionieri c’era Silvano Samaroli, la cui leggendaria strada di talentuoso selezionatore e imbottigliatore iniziò nel 1968.

“Non è esagerato affermare che quei personaggi avevano cambiato il mondo dei bevitori di whisky. Gli IB selezionano personalmente le botti presso le distillerie che spesso vengono imbottigliate a piena gradazione, prodotti in edizione ovviamente limitata, poiché ogni imbottigliamento corrisponde a un singolo barile con profilo organolettico unico, non vengono eseguite filtrazioni o aggiunte al distillato (a volte oculate diluzioni), regalando un’esperienza irripetibile. Grazie agli IB sono anche venute alla luce le piccole distillerie, con i prodotti rari e unici dei Single Cask, che venivano utilizzate in passato solo per i grandi Blend”. Quindi, stiamo parlando di piccole quantità di un prodotto unico? “Certo, è una nicchia nella nicchia, che, tuttavia, sta crescendo e Adelphi ne è la dimostrazione. Lo storico brand di distillatori una volta e Imbottigliatori Indipendenti poi, con acclamate capacità di blending, decide nel 2007 di aprire una piccola distilleria per soddisfare la crescente richiesta dei prodotti di marchio. Le prime 2500 bottiglie, imbottigliate nel 2014, sono state vendute in una notte.”

Una degustazione didattica firmata Adelphi, offerta da Pellegrini spa, ha illustrato le spiegazioni di Samuel.

Blended Scotch Whisky “Private Stock”, whisky “base” del brand. Di colore ambrato, molto aromatico, parte torbata, nota di sherry da invecchiamento in diversi tipi di botti tra cui ex-sherry, note ossidative. Di medio corpo e complessità. 40%

Blended Malt Scotch Whisky “Glenborrodale” 8 years. Blend di soli single malt, molto più complesso del precedente, note saline del vicino mare, di frutta e miele, sapidità a naso e in bocca, corpo pieno, oro brillante alla visiva. 46,5%

Glen Elgin 20 years. Sinle cask di sole 225 bottiglie, distillato nel 1995 ed imbottigliato nel 2016 a grado pieno, invecchiato nelle botti ex-bourbon. Oro pallido, frutta tropicale e spezie delicate all’olfatto, di pieno corpo, persistente con finale di zenzero. Molto ampio e, allo stesso tempo, delicato: forza dei single barrel. 51,7%

E&K 5 year Old Blended malt. Fuori dagli schemi, combina single malt della Scozia e dell’India. Sfumature ambrate, complessità segnata da fumo scozzese, frutta, spezie e sherry, poi jalapeño che esplode in bocca, regalando sensazioni divertenti. 57,8%

Dopo aver salutato Samuel, è ora di addentrarsi tra i numerosi stand di Rome Whisky Festival, constatando, attraverso le degustazioni, quanto possano essere sorprendenti e appaganti le espressioni di ogni  componente di questo caleidoscopio, che sia blend di malt o di grain, single malt o single cask, grazie alla passione e alla ricerca di nuove strade da parte degli attori più dediti al mondo del whisky.

Rome Whisky Festival 2019 in cifre: oltre 5 mila persone in due giorni; 18 masterclass; 3 seminari mixology con guest bartender italiani di caratura internazionale; 5 sessioni di Bowmore Room Experience. Alla prossima edizione!

Photo by Irene Kash

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