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Gli chef Francesco Apreda e Luca Ludovici, con pietanze e cocktail, portano il mediterraneo tra le strade della città eterna

Goethe in una lettera, in merito al suo viaggio a Roma, scriveva: “La cosa più strana e difficile per l’osservatore è discernere come Roma succeda a Roma, e non solo la nuova all’antica, ma anche come le diverse epoche dell’antica si succedano tra loro”. Tra la magnificenza delle varie epoche giustapposte si incastona, tra piazza Navona e il Pantheon, il ristorante Lion con la sua atmosfera moderna creata dall’architetto Daniela Ciolli.

La linea guida del ristorante è “il mare al centro di Roma”, idea creata dallo Chef Ambassador del Gruppo Tridente Collection, Francesco Apreda, che per la prima volta si cimenta al di fuori di una struttura alberghiera per, come afferma simpaticamente, “scendere in piazza”. Al suo fianco in questa avventura c’è lo chef executive Luca Ludovici, con il quale si è seduto a tavolino per scegliere pietanze che potessero portare il mediterraneo tra le vie della città eterna, ai quali vengono poi aggiunti accenti internazionali. Il connubio tra i due cuochi ha portato ad accostare a piatti signature dello chef Apreda come la famosa “pasta e patate, astice e curry” alcuni creati per l’occasione come “il carpaccio di gamberi rossi, nduja e mozzarella”.

La scelta di portare il mare a Roma è legata da una parte alle origini partenopee dello chef Apreda, dall’altra alla volontà dello chef Ludovici di presentare, come lui stesso sostiene, “un prodotto più ricercato essendo lontano dagli scenari del centro città”.

Il cuore pulsante del ristorante è il bancone presidiato dal bartender Antonio De Meo che ha creato due linee di cocktail; la prima ispirata all’animo e all’arte romana che circondano il luogo in cui il ristorante è situato, la seconda cerca di riprendere la linea tematica del ristorante richiamando il mare, infatti in ognuna di queste creazioni De Meo cerca di dare, come lui stesso sottolinea, “un tocco iodato”, che spicca soprattutto nel “martini cocktail” dove alla vodka viene accostata un’acqua di polpo che conferisce un sapore di oceano; lo stesso barman afferma: “con questa bevanda è come se si stesse mangiando un piatto di polpo, solo che si beve”. Il mare traspare anche soltanto leggendo la proposta dei cocktail tra i quali salta all’occhio il “Francis Drake”, nome di un famoso corsaro.

Entrambe le atmosfere, mediterranea e urbana, in questa unione vengono esaltate creando straniamento nel commensale, che nonostante si trovi al centro della città con i sensi viene trasportato al mare. 



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