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Tanti chef stellati condividono il progetto di Roberto Lechiancole, patron di Prime Alture, destinato a valorizzare il Pinot nero dell’Oltrepò sull’area milanese

Un progetto di vita, quello diRoberto Lechiancole, imprenditore di successo che ha trovato nella viticoltura di qualità il suo orizzonte esistenziale, al punto di fondare qualche anno fa un’azienda vitivinicola di 10 ettari a Casteggio, in Oltrepò Pavese, di aprire un Relais e un’attività di ristorazione.

Il progetto

Forte di un territorio premiato da un microclima eccellente, di un enologo (francese, Jean Francois Cocquard) capace e visionario, di una cultura della sostenibilità ben radicata già in tempi non sospetti, Roberto nei giorni scorsi ha chiamato a raccolta alcuni fra gli chef più rappresentativi dell’area milanese.

Per quale motivo? L’idea è chiara è ben delineata sotto il profilo strategico e di marketing: condividere con loro, maestri in cucina, il messaggio di conferire valore al Pinot nero, comunicandone i pregi e favorendone la conoscenza presso i propri clienti.
Come se fossero dei “brand ambassador” della affermazione di un vitigno storico, che ben si adatta a diverse etichette di Prime Alture e che, va sottolineato, si abbina perfettamente alle migliori creazioni degli chef.

Gli chef coinvolti

Ecco i nomi degli chef coinvolti: Claudio Sadler, presidente delle Soste, pluridecorato con stelle Michelin nel corso del tempo, Felix Lo Basso, pure stella Michelin, così come Tommaso Arrigoni di Innocenti Evasioni e Giuseppe Postorino del ristorante Alchimia. Un team al quale si aggiungono il bravissimo Andrea Provenzani del Liberty, Manolo Teruzzi del Duca, Stefano Grandi del ristorante di Regione Lombardia.
Gli chef, all’interno dei fantastici spazi di Farm65, sul Naviglio Pavese (che da Milano scorre verso Pavia, creando -come ha ribadito Claudio Sadler- un raccordo naturale fra la città e le aree vinicole dell’Oltrepò Pavese), hanno presentato i propri piatti, creati ad hoc per l’occasione.
Il risultato si è rivelato sorprendente, sia per le emozioni che i piatti hanno regalato ai presenti, sia per la coerenza degli abbinamenti con i vini di Prime Alture, che hanno espresso uno stile estremamente caratterizzato, destinato a sparigliare le carte e, diciamolo, a ricordare che in Oltrepò Pavese (a dispetto dell’opinione di tanti) possono nascere grandi vini, destinati a “fare la differenza”, purché concepiti e vinificati a regola d’arte.

Etichette degustate

Le etichette degustate sono state: Monsieur, un rosso da Pinot nero in purezza; L’altra metà del cielo, un Merlot di grande impatto olfattivo; il Metodo classico Io per te, ovvero una bolla a base di Pinot nero; lo Chardonnay Madame. Vini che, grazie all’attività di Roberto e alla collaborazione commerciale con Ambrosianawines, hanno letteralmente conquistato gli chef del panorama lombardo e trovano spazio nelle carte vini di molti ristoranti.

Un progetto, quello della Cantina di Milano, certo fortemente brandizzato, che mira però ad allargarsi e a diffondere in modo tangibile una cultura di territorio, prima ancora che promuovere la singola cantina Prime Alture. Come dire: è dall’impegno di un singolo, lungimirante e visionario, che si possono ottenere benefici (e vantaggi) di sistema, in controtendenza con l’individualismo che, in terra oltrepadana, ha regnato sovrano per molto tempo.

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