Siamo andati a “casa” di uno degli chef più promettenti del nostro paese per capire il nuovo indirizzo della cucina italiana. Leggete cosa abbiamo scoperto…
Sapevamo che andando ad intervistare lui, non avremmo mai avuto risposte banali, perché Alessandro Narducci, chef del ristorante Hostaria Acquolina, semplicemente banale non è. Cresciuto a Roma, fin da bambino ha iniziato ad avvicinarsi a quello che ormai è diventato il suo mondo, quando, ci racconta emozionato, assaporava tutto quello che girava nella cucina della nonna. Proprio questa familiarità con il cibo lo ha spinto a voler trasformare la sua passione un mestiere. Dopo anni in cui, come tutti, si è dovuto fare le ossa, dal 2015 è alla guida di una delle sorprese per quanto riguarda il pesce gourmet nella capitale, ereditato dal neo stellato Giulio Terrinoni. Giovane, ambizioso e davvero talentuoso, chef Narducci si è sicuramente affermato come giovane promessa italiana nel mondo, in un momento in cui è quanto mai necessario uno svecchiamento in questo campo. Spagna, Francia e Giappone hanno intrapreso strade seppur diverse, ben delineate e “all’ Italia non resta che adeguarsi a questo passo e alle nuove tecniche” ci dice Alessandro. Proseguendo nella chiaccherata, gli chiediamo quanto la sua idea di cucina dipenda dalla qualità delle materie prime: “Oggi come oggi – risponde Narducci – tutto o quasi dipende dalla qualità. La cosa fondamentale è sapersi distinguere e andare a ricercare i prodotti migliori, senza porsi limiti di distanza nella ricerca”. D’altronde creatività e impegno sono due qualità che sicuramente non mancano a chef Narducci, la giovane promessa della cucina Italiana.
“L’ importante è sapersi distinguere”
– Alessandro Narducci –
Jacopo Nicoletti
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