Il nuovo corso del Park Hyatt passa anche per la linea di cucina del giovane Guido Paternollo. Chef preciso e appassionato, ha lavorato con Ducasse, Alleno e Bartolini: tre personaggi che ne hanno fortemente segnato l’evoluzione
Il
Park Hyatt Milano, un luogo ricco di storia, che ha da tempo conquistato il cuore e l’anima di Milano, riparte all’insegna di uno stile rinnovato di cucina e di accoglienza. Il cinque stelle lusso in Galleria, a due passi dal Duomo, icona dell’ospitalità meneghina, ha riaperto prima dell’estate il ristorante gastronomico dell’hotel, il
Pellico 3, che sostituisce il precedente Vūn, ai tempi guidato da Andrea Aprea, bistellato e talentuoso chef imprenditore che ha da poco aperto il suo ristorante gourmet in corso Venezia (servizio sul prossimo numero).
Diretto a lungo da Claudio Ceccherelli, grande e vIsionario direttore d’albergo, che condusse la struttura fin dalla apertura, oltre vent’anni fa, il Park Hyatt si è caratterizzato nel tempo come uno degli i
ndirizzi più amati dai milanesi, oltre che dalla clientela internazionale.
Pandemia, emergenze e necessità di riposizionamenti hanno portato l’attuale General manager del Park Hyatt di Milano, Simone Giorgi, a “ridefinire” l’offerta di ristorazione della struttura.
Mente strategica e lungimirante, Giorgi, capitano di lungo corso nel mondo dell’ospitalità di livello, ha pensato a un nuovo concept di ristorazione, che sappia offrire in cucina e in sala emozioni concrete, ispirate a un’offerta contemporanea, che tenga nel giusto conto materie prime, stagionalità e leggerezza nel piatto.
Anni di esperienze nel mondo del luxury, insieme a una spiccata sensibilità maturata negli anni, hanno portato Simone Giorgi a valorizzare sempre più il sevizio di sala: “l’approccio verso l’ospite deve essere anche emotivo e sincero, attento ai dettagli ma non troppo ‘liturgico’, personalizzato e diretto, senza inutili eccessi di forma”, sostiene Giorgi.
Non a caso, la sala di Pellico 3 è nelle salde mani di Giusy Chebeir, empatica e visionaria, affiancata dalla brava Marika Azzariti e dal sommelier Lorenzo Alberti, la cui passione in materia di vino è una garanzia.
Il nuovo corso, avvalorato dalla presenza del Food & Beverage manager, Nicola Ultimo, grande professionista che non ha proprio bisogno di presentazioni, parte innanzitutto dalla valorizzazione di un team composto da giovani, a cominciare dall’Executive Chef Guido Paternollo: i suoi piatti, eleganti e moderni, si adeguano perfettamente all’ambiente, caldo ed essenziale, del Pellico 3, il cui design è firmato dallo studio Flaviano Capriotti Architetti.
Pellico 3, menù da provare
Dal menù attuale , che sta per essere sostituto dal menù invernale, raccomandiamo fra gli antipasti la Melanzana laccata con il suo fondo ratatouille, fra i primi il memorabile Riso Riserva San Massimo, burro all’alloro, anguilla affumicata, caviale siberiano, le Candele gratinate al Parmigiano Reggiano, bavarese al peperone, ostrica e rafano. Tra i secondi, la splendida Animella di vitello glassata, salsa al Vin Jaume, insalata di portulaca. Grandi attese per la nuova carta dei dessert, dalla quale indichiamo l’iconico Oro e cioccolato o il più semplice Gragola, il suo yogurt, latte di soia.
Una linea di cucina che non ama gli eccessi e subordina ogni preparazione a uno studio attento delle materie e delle loro potenzialità gustative.
La carta dei vini è complessa e completa, visto che contiene il meglio di Italia e Francia, nel solco della continuità con la precedente conduzione del ristorante.
“Sono entusiasta di questa nuova avventura all’interno di una struttura così prestigiosa. Essere stato scelto dal Direttore Simone Giorgi, dal Food & Beverage manager Nicola Ultimo e dalla Proprietà per guidare la cucina di Park Hyatt di Milano rappresenta per me una sfida senza precedenti. Ci tengo poi a ringraziare la mia brigata ed in particolare i due chef di cucina, Mario Musiello ed Andreas Karapaos e lo chef pasticcere Alessio Gallelli, senza i quali non avrei potuto affrontare questo progetto.” Così aveva affermato, pochi mesi fa, Guido Paternollo al suo esordio al Pellico 3.
Cura dei dettagli e degli interni
Alta cucina e design qui si uniscono per plasmare un’esperienza improntata al ritmo delle stagioni e basata sul rispetto dei tempi della Natura. Lo spazio, che si sviluppa su una superficie di 120 mq, è caratterizzato da una palette cromatica che segue le suggestioni dello chef Guido Paternollo: dal giallo tenue del riccio al marrone caldo della castagna, dal verde freddo del carciofo con sfumature bianche e viola ai toni intensi della zucca e dello zafferano.
Soffitto e pavimento simboleggiano la magia del cielo e la capacità produttiva della terra, diventando protagonisti di una nuova narrazione. A soffitto, piccoli fari di luce come stelle replicano le costellazioni della sfera celeste. Il pavimento – la Terra -, rappresenta il saper fare artigiano e il recupero della materia attraverso una composizione di forme trapezoidali in pietra serpentino e in cocciopesto verde e in una tonalità sabbia, espressione della passione manifatturiera.
L’ambiente è stato arricchito da una esclusiva selezione di opere d’arte firmate dagli artisti contemporanei Paolo Canevari, Davide Balliano e Claudio Verna, a cura di Cardi Gallery, galleria d’arte storica milanese, punto di riferimento del panorama artistico contemporaneo.
Anche La Cupola e il Mio Lab Bar con il suo Dehors, centro pulsante dell’albergo, tornano a stupire con nuove proposte, sempre più ricercate e di tendenza.