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Dal 3 al 4 marzo, Oslo ha ospitato la quinta edizione della manifestazione dedicata alle donne, all’alimentazione e ad un nuovo approccio al cibo

Si è conclusa lunedì 4 marzo, la quinta edizione del Parabere Forum a Oslo, Norvegia. Il forum deve il suo nome alla Marchesa di Parabere, pseudonimo di María Mestayer de Echagüe, autrice appassionata di enogastronomia e storia e prima codificatrice della cucina spagnola. 

Due giorni per ribadire che è necessario dare potere alle donne nel mondo della gastronomia. L’evento annuale è stato organizzato da Maria Canabal presidente e cofondatrice dell’omonima associazione no profit, con l’obiettivo di parlare di alimentazione e di un nuovo approccio al cibo anche attraverso storie dal forte impatto sociale. Storie di vita di cuoche e contadine, sommelier e allevatrici, pasticcere e ristoratrici che diventano territorio condiviso di discussione e crescita.

Quattrocento donne provenienti da tutto il pianeta, riunite nel National Theatre, per cambiare tutte insieme il mondo del cibo. Ogni anno vi è un tema diverso, il motto di quest’anno è #empoweringwomen, ispirato dall’auspicio e dall’iniziativa delle Nazioni Unite #Planet5050 da realizzare nel 2030. Come ogni anno al Parabere Forum non si incontrano solo chef donne provenienti dai cinque continenti ma si confrontano, attraverso dibattiti e speech, anche opinion leader, studiosi, agricoltori ed esperti per trovare la “ricetta” giusta che coniughi equità, uguaglianza, progresso sociale e sostenibilità ambientale. Changing the game: un impegno collettivo con la voglia di cambiare le regole del gioco. Alice Waters, cuoca, saggista e ispiratrice degli orti urbani e delle campagne di sensibilizzazione per una corretta educazione alimentare di Michelle Obama, è stata premiata vincitrice della prima edizione del premio Parabere Care Award.

Maria Canabal non si è fermata davanti a nulla pur di realizzare il suo sogno. Nel 2015 è stata insignita del premio come “Donna più influente nel mondo della gastronomia”. Perché essere una mamma, moglie, casalinga non  esclude il fatto che possa ricoprire ruoli autorevoli anche nel lavoro.

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