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Pantaleo, tradizione e innovazione nel cuore di Roma

By Gennaio 14, 2019No Comments

Parola a Bruno Rocco, direttore del noto locale di food, wine e mixology presente nella Capitale

 

Nel cuore di Roma, tra Piazza Navona e Campo de’ Fiori. Passione, esperienza, condivisione e design: queste le parole chiave per descrivere Pantaleo.  Abbiamo voluto raccontarvi al meglio questo noto locale che sorge tra piazza Navona e Campo de’ Fiori, e per farlo abbiamo intervistato Bruno Rocco, direttore di Pantaleo Roma.

 

Come nasce l’idea del Pantaleo e da quanto tempo siete presenti a Roma? 

 

“Pantaleo nasce con l’intento di porre di nuovo l’attenzione sulla qualità nel settore della ristorazione, in un contesto come quello di Roma centro, spesso abbandonato a menù turistici e drink con ingredienti scadenti, il tutto in un ambiente trendy e informale che ospita spesso anche musica dal vivo. Questo contribuisce a far sì che Pantaleo non sia percepito come uno dei tanti locali del centro ma come un posto dove poter vivere una bella esperienza. Siamo aperti da Settembre 2017 e il riscontro al momento è molto positivo”.

 

 

Cosa distingue Pantaleo e la vostra cucina dagli altri locali che sono in città?

 

“La nostra è una cucina con una forte tradizione romana in cui non mancano però influenze internazionali. È  infatti possibile degustare piatti come i classici rigatoni alla Carbonara, farsi tentare dal Pulled Pork con salsa barbecue o dalle Jacket potatoes con salsa cacio e pepe oppure stuzzicare Tacos spagnoli farciti con pollo ai peperoni o con sfilacci di maiale con salsa amatriciana. Abbiamo anche un’ottima selezione di piatti a base di pesce che non deluderà gli amanti delle specialità di mare: battuto di gamberi rossi di Mazzara con amaranto al nero di seppia e pesto mediterraneo; tonno in crosta di sesamo nero con soia e mayonese al wasabi; tartare di Palamita con avocado, zenzero, olive e pappa al pomodoro… giusto per citarne qualcuno!

 

Perché avete scelto di mettere nella vostra proposta anche la mixology? C’è un buon riscontro da parte dei clienti? Questi ultimi, solitamente, amano scegliere i vostri cocktail abbinandoli al food?

 

Infine la mixology. In un contesto così fortemente internazionale come il centro di Roma, avendo scelto di proporre ai nostri clienti dell’ottima qualità sul food, e avendo creato una bella atmosfera come sottofondo alle loro serate, di certo non potevamo esimerci dall’offrire dell’ottimo beverage. Dietro ogni nostro cocktail c’è stato uno studio approfondito che ha portato alla creazione di una drink list che nasce dalla voglia di riportare in auge le eccellenze della liquoristica italiana. In questi tempi in cui vanno tanto di moda le influenze estere, come quelle orientali, porre l’attenzione sul nostro bel paese ci sembrava doveroso. 

Attualmente i signature drink sono 10, ognuno ispirato a una diversa regione d’Italia. Abbiamo volutamente ristretto la cerchia selezionando solo alcune regioni, in modo da poter giocare, durante l’anno, con le restanti. Usciranno in seguito, altri 10 drink “limited edition” a omaggiare chi è “rimasto fuori carta”. I clienti apprezzano molto tutto questo e i nostri bartender sono spesso in sala per poter consigliare al meglio i vari abbinamenti con i piatti della nostra cucina”.

 

Qual è il cocktail che definireste il vostro cavallo di battaglia?

 

“Il nostro drink più rappresentativo è sicuramente il cocktail Martini a cui abbiamo dedicato un’intera sezione del menù, proponendolo in più versioni: Dirty con capperi e cucunci, Olive con olive taggiasche e origano, Japan con soia, sake e wasabi”.

 

Giulia Morici

 

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