La popolare chef e food blogger casertana si racconta dopo l’aggressione subita la scorsa settimana
Nel mondo della ristorazione è in atto una vera e propria rivoluzione. Ai classici pub, ristoranti, osterie e trattorie si sono aggiunti blog, applicazioni e social network per una svolta digitale che sta investendo in toto il panorama mondiale del settore enogastronomico. Cucina e sala, un tempo unici depositari dell’anima e dello spirito di chef e ristoranti, ora sono affiancati da precise strategie di marketing online volte alla promozione del proprio lavoro e della personale filosofia culinaria.
Non sono molti gli chef/imprenditori che sono riusciti o riescono nell’intento di riunire attorno alla propria figura tutte queste attività: tra chi ce l’ha fatta possiamo sicuramente citare Ornella Buzzone.
La giovane chef e blogger campana gestisce con successo il Public House – Burger Gourmet, conosciutissima hamburgeria casertana a cui affianca lo sviluppo di un bellissimo blog, Fatto in casa è più buono, incentrato su viaggi e sfiziosissime ricette.
Una carriera così brillante, però, deve aver dato fastidio a qualcuno: nella giornata di venerdì 17 maggio, Ornella è stata barbaramente aggredita e insultata da tre donne.
L’aggressione è partita a opera di una signora che nel pomeriggio di venerdì si è presentata da Ornella e l’ha colpita tanto da farla scappare in casa e per chiamare subito i Carabinieri. Nel frattempo, altre due donne sono giunte all’esterno dell’abitazione di Ornella: quest’ultima, per prudenza, decide di rimanere chiusa in casa fino all’arrivo dei Carabinieri. All’arrivo delle forze dell’ordine Ornella decide di uscire dalla propria ed è qui che viene attaccata al volto e insultata dalle tre.
Profondamente amareggiati da questa notizia ci siamo messi in contatto con Ornella che, con massima disponibilità e cortesia, ha accettato di rispondere alle nostre domande sull’increscioso episodio della scorsa settimana e sul suo concetto di ristorazione.
Buongiorno Ornella, innanzitutto come sta?
“Bene, un po’ acciaccata ma bene, grazie. Fortunatamente ho un carattere forte, sono testarda e caparbia, non sono di certo queste le cose che mi fermano nella vita”.
Quindi possiamo affermare che questo “incidente” rafforza ancora di più la sua voglia di andare avanti?
“Certamente. Mi rafforza sia come donna che come blogger. Durante l’aggressione le parole più offensive sono state quelle verso quello il mio lavoro; io sono una blogger dalle mille sfaccettature e che tocca vari argomenti non riguardanti solo il food ma anche il travel e l’abbigliamento. Per questo ultimo ambito mi capita di postare foto assolutamente non volgari per collaborazioni con aziende di intimo e durante la colluttazione sono stata presa di mira anche per questo arrivando addirittura a sentirmi dare della “pornostar”. Già due anni fa c’era stato un diverbio non molto carino e penso loro covassero un grande rancore sfociato nell’ aggressione di venerdì della quale io sono la vittima”.
Secondo lei qual è stato il motivo scatenante della violenza? Perché si è verificato questo brutto episodio?
“Guardi, come ho accennato poco fa, nel passato ci sono state varie discussioni, che non le sto qui a raccontare. Io ritengo che questa persona, (la prima ad attaccarmi) abbia fatto di tutto per creare una rissa “al maschile” con frasi del tipo “perché mi stai guardando?”, “perché mi guardi?”. Io credo che siano persone che “campano” su queste cose, non è la prima volta che creano situazioni o risse, non con me ma anche con altra gente. Forse con me si sono sentite in diritto di avere certi comportamenti non sapendo che io sono una persona molto amata dalla mia città tanto che sono stata abbracciata da un affetto fortissimo. Però non posso fornire ulteriori dettagli perché c’è una vicenda giudiziaria in corso”.
Parliamo un po’ di lei e del suo approccio al mondo del food.
“Io ho aperto il blog 6 anni fa, quasi per gioco poiché all’epoca lavorando davanti al pc all’interno di un negozio poco frequentato mi capitava spesso di imbattermi e leggere queste “pagine” di cucina; un giorno, conscia della mia capacità culinaria, ho deciso, con l’aiuto di un mio amico grafico, di iniziare questa avventura dapprima con ricette della mamma, della nonna e di amici poi, con il passare del tempo, il blog ha cominciato a ricevere feedback positivi e ad entrare nell’orbita di varie aziende con le quali sono iniziate vere e proprie collaborazioni. Dopo qualche anno sono iniziati ad arrivare inviti per cene ed eventi a quattro mani anche con chef stellati che mi hanno aiutato ad espandere la conoscenza circa la gastronomia. Posso dire di aver capito che più mangi più conosci e cucini. Poi, 4 anni fa, grazie al consiglio di un amico, ho deciso di mettermi in gioco e di catapultarmi dietro ai fornelli. Inizialmente ero un po’ spaventata poiché non avevo una esperienza da ristoratrice ma ero decisa a creare qualcosa di “bello e non pesante”, qualcosa che piacesse agli ospiti. E cosi è nata l’hamburgeria, locale completamente diverso dagli altri poiché incentrato sulla stagionalità; i nostri panini variano al trascorrere delle stagioni, nel mio locale non troverete mai le melanzane o le zucchine a dicembre, per fare un esempio. Usiamo tutte eccellenze della nostra terra, formaggi, carne, verdure, confetture e in estate addirittura i fichi che vado personalmente a prendere in Cilento. Nei nostri panini è possibile assaporare commistioni fra dolce e salato che inizialmente spaventavano il cliente, le stesse che poi si sono rivelate estremamente vincenti”.
Qual è il panino che rispecchia appieno l’anima del suo locale?
“Beh, direi l’American Burger, un panino che ogni volta mi ricorda il perché io abbia scelto questo lavoro: la cipolla caramellata che facciamo stufare in padella per tante ore, l’insalata che andiamo a tagliare con tanto amore, un insieme di cose mi ricordano quello che eravamo e che siamo tuttora. Ogni volta che un nuovo cliente si presenta al nostro pub il mio consiglio è sempre quello di provare l’American Burger: è il punto di partenza per comprendere tutta la filosofia del locale”.