(Le puntate precedenti: 1,2,3 e 4)
Inutile nascondersi. Studio, mi ingegno, cerco di capire, mi incuriosisco, chiedo, mi lascio trasportare dai ricordi, dai pensieri, dalle gioie, dalla paure. Scrivo, ascolto, oso, domando.
Mi impegno. A volte, forse, pecco anche un po’.
Ma, poi, alla fine è sempre la rubrica “Ok, il prezzo è giusto” ad avere il maggior successo di letture e critiche. Parlo, come immagino sappiate, dell’approfondimento sul rapporto qualità-prezzo dei ristoranti visitati durante il mio road trip.
I motivi di tutto questo seguito, li abbiamo già analizzati nelle puntate precedenti: il mondo dell’enogastronomia di alto livello è purtroppo poco comprensibile ai più. Bisognerebbe avere, oltre ad una minima preparazione di base, anche la possibilità di visitare più di un ristorante stellato. Di fare esperienza. Per capire, conoscere, ampliare il proprio bagaglio culinario-culturale. Purtroppo per questione di tempi (non tutti hanno la fortuna di fare il mio mestiere) e soprattutto di costi, in pochi possono dedicarsi all’approfondimento totale di questo lato della vita.
Il discorso legato ai soldi, invece, accomuna un po’ tutti: ognuno di noi conosce bene il loro valore e sa quanto vale un qualcosa e se la cifra che ci è stata chiesta è congrua o meno rispetto a quanto ci viene offerto.
Oggi, comunque, ho deciso di mostrarvi altri cinque scontrini. Con protagonisti, chiaramente, altri cinque ristoranti stellati. Dall’Italia, alla Germania, da Hong Kong a Macao. Per scrivere due righe di commento sul loro rapporto qualità-prezzo mi sono dato una letta ai loro blog, ricordando cose interessanti che l’età e i tanti chilometri percorsi avevano leggermente offuscato.
Come al solito il vostro giudizio è la cosa che maggiormente mi interessa. Siete d’accordo con i voti che ho dato? Avreste optato per altre valutazioni? Commentate sul mio blog o sui nostri canali Social. Sarà divertente confrontarsi.
Intanto ricordate: “L’Uomo delle Stelle paga sempre i suoi debiti”. Anche questa volta: la quinta da quando ci conosciamo. Buona lettura.
DaVittorio (Brusaporto – Italia): ricordo di non aver dato più di tre barbe ai fratelli Cerea e confermo il mio giudizio. Il posto è meraviglioso ma la cucina è troppo semplice, a differenza della cantina, strepitosa, che però non mi è stata fatta visitare. Il prezzo finale: 718 euro da dividere per due, quindi circa 360 euro a testa, risulta davvero troppo esoso.
Rapporto qualità – prezzo, voto: 6.5
Waldhotel Sonnora (Dreis – Germania): per quanto sia molto complicata raggiungerla, la location del ristorante di Ulrike Thieltges è da capogiro. Anche i piatti non mi sono dispiaciuti, mentre la lista dei vini mi ha lasciato abbastanza perplesso. I 245 euro finali, però, meritano la sufficienza piena.
Rapporto qualità – prezzo, voto: 6
The Eight (Macao – Cina): voto altissimo per il ristorante ospitato all’interno del Grand Lisboa Hotel. La cucina non mi ha fatto impazzire, mentre la selezione di vini, costata solo 50 euro a testa, mi è sembrata l’unica cosa interessante. A Macao la moneta vigente è la Pataca e il mio scontrino ne indica 4020. Circa 400 euro, quindi 200 a testa. Non male.
Rapporto qualità – prezzo, voto: 8
Cracco (Milano – Italia): parliamo del vecchio ristorante di Carlo Cracco, quello che si trovava in via Victor Hugo e non dell’attuale location ospitata nella Galleria Vittorio Emanuele, sempre a Milano. La ricevuta mi ricorda che optai per un vino da 400 euro che dunque vanno “decurtati” dal prezzo finale che inoltre va anche diviso per due, visti i coperti. Parliamo di 200 euro a persona: conto assolutamente nella norma.
Rapporto qualità – prezzo, voto: 7
Bo Innovation (Hong Kong – Cina): ricordo la visita in questo locale come una splendida avventura, come ricordo di aver dato alla cucina di chef Alvin Leung ben quattro barbe. Il conto finale: 6336 dollari di Hong Kong quindi 655 euro (da dividere per due) confermano il giudizio su location, piatti e servizio. Altro voto altissimo per Leung.
Rapporto qualità – prezzo, voto: 7.5
Vorrei far notare che nel conto del ristorante “Da Vittorio” è presente la voce “coperti” seguita da un prezzo (anche Cracco ha la stessa voce, ma a prezzo zero). A mio avviso il fatto che un ristorante al quale si lasciano veramente fior di quattrini (checché se ne dica 360 euro per un pranzo sono veramente tanti, visto che praticheranno un ricarico medio del 1000%) si “attacchi” anche ad un’accisa dichiarata illegale, sia veramente da accattoni, ed una minusvalenza alla quale si dovrebbe far molto caso al momento di assegnare punteggi.