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Sfarzo e semplicità si intrecciano nell’offerta del nuovo ristorante e cocktail bar aperto nella città meneghina, a due passi dal Teatro alla Scala. Il giovane chef, Daniele Roppo, si ispira ai piatti della tradizione in modo geniale e innovativo

Le distanze tra la Città eterna e Milano si assottigliano nel segno di un’autenticità culinaria romana contemporanea ispirata alla tradizione che non dimentica gli inni gastronomici più veraci. Il progetto vede protagonista il ristorante e cocktail bar “Il Marchese -Osteria, Mercato e Liquori”, che approda nella città meneghina a quattro anni dall’apertura romana per esportare tutta la travolgente alluredi un locale ispirato al famoso film “Il Marchese del Grillo”,diretto da MarioMonicelli e magistralmente interpretato da Alberto Sordi.

L’obiettivo di questa osteria elegante e accogliente è conquistare a colpi di golosa amatriciana e ottimi cocktail il cuore dei milanesi, spalancando loro le porte del travolgente “mondo” del Marchese, raffinato e verace nello stesso tempo, come nella Roma papalina e popolana. È la sfida che muove, carichi di passione ed entusiasmo, Davide Solarie Lorenzo Renzi,romani doc e già proprietari appunto dell’indirizzo capitolino, con un’amicizia nata sui banchi di scuola: i due imprenditori, esportando il branddal prezioso palazzo ottocentesconel centro storico della città eterna, iniziano la nuova avventura nelle vicinanze del Teatro alla Scala, alle porte di Brera.

La scelta è ricaduta su questa zona di pregio, dalla forte vocazione artistica, dove negli anni si sono affermati spazi come il Teatro dei Filodrammatici, la sede di Christie’s Italia a Palazzo Clerici, le Gallerie d’Italia disegnate dall’archistar Michele De Lucchi, senza dimenticare nomi altisonanti di locali iconici come lo storico ristorante due stelle Michelin Il Luogo di Aimo e Nadia, ospitato in una corte d’epoca e Trussardi alla Scala, griffato punto di riferimento della moda e del teatro.

Il design

La sede meneghina de Il Marchese è persino una versione più opulenta e riccadi quella romana: preservando la totale coerenza del design originario, operadegli studi di Luca Gasparini (Gasparini e Architetti) e Delfina Caprio(D-factory),Davide e Lorenzo hanno realizzato un progetto che rispettasse e valorizzasseal massimo la storia dell’edificio ospitante,di stile neoclassico, tra colonne e pavimenti antichi.

Un design che si fonda su un intervento conservativo ma al tempo stesso ispirato alle ambientazioni di un film di un’altra epoca storica e che fa rivivere nelle tessiture e nei materiali, i particolari scenografici della pellicola, dagli abiti del famoso Marchese del Grillo con i suoi velluti e le tinte pastello, i colori del suo panciotto, ma anche dagli arredi del suo palazzo, dominati dal vetro e dall’ottone, come anche da quadri antichi.

In contrapposizione, non manca nei dettagli decorativi la parte più povera e più vera dell’osteria frequentata dal popolo, rappresentatadal legno grezzo e dall’aspetto volutamente decadente delle pareti.

Varcare la sogliade Il Marchese, infatti,vuol dire immergersi innanzitutto nei fasti e nell’opulenza della Roma dei primi anni dell’800, tra preziosi stucchi e sofisticati arredi: i décor strizzano l’occhioagli ambientilussuosi tipicidella nobiltà dell’epoca, proprio di quel “Marchese”, caustico aristocratico che vive nel lusso pur non disdegnando bettole e osterie con il suo alter ego carbonaro, nonché guardia nobile di Papa Pio VII.

Ancheil ristorante milanese omaggia le locande, tra tavoli di legno fatti a mano e sedie di fattura artigianale: il risultato è un salotto enogastronomico dall’allurefrancese, al contempo elegante e autentico, che si differenzia da quello romano per offrire anche serate con musica livedi sottofondo, per un piccolo e prezioso “ristorante nel ristorante” (con cucina e cocktail bar, oltre a uno chef e un barmana disposizione) e un’ulteriore grande sala con affaccio su strada, da riservare per eventi e occasioni speciali.

Cuore del ristorante è la corte centrale ovale, caratterizzata da maestose colonne a fare da quinta scenica alla cucina e al cocktail bar a vista,per una raffinata “piazza” che ospita delle poltroncine e dei divanetti in pelle o in velluto color Champagne o celeste, in abbinamento ai tavolini in marmo e, ancora, sediee tavoli di legno.

L’écru, il crema e il brunito sono i colori dei marmi, come pure degli stucchi del soffitto e della texture delle pareti, trattate con un particolare processo a strati per restituire quell’effetto dello “scorticato” e dell’usurato dei vecchi palazzi di città. Gli inserti luminosi del lucernario sono l’innesto di luce naturale che va a completare l’illuminazione affidata a giunonici lampadari di cristallo eottone a gocce, tipici delle sontuose dimore d’epoca.

Segno distintivo rimane il bancone continuo, un susseguirsi di doghein legno come a creare un mantello sinuoso, per una cucina a vista pensata per curiosare sulla composizione dei piatti.E, ancora, risaltano nelle sale riservate a “ristorante nel ristorante” le cementine a scacchi bianche e nere prodotte su misura (circa 200 metri quadri in totale) e che ritroviamo a Il Marchese diRoma come elemento iconico degli allestimenti.

La cucina

A Milano come nella Capitale, Il Marchese è un’elegante e raffinata osteria con una filosofia culinaria dalle forti radici romane e ispirata alle ricette della tradizioneche vengono alleggerite secondo un gusto contemporaneo dal cuoco Daniele Roppo.Daniele, fin dall’infanzia, ha avuto un importante legame sia con sua nonna, che lo ha fatto appassionare alla cucina, sia con la figura di Alberto Sordi.

Nei piatti si ritrovano dal guanciale acquistato da Re Norcino, una realtà pluripremiata e ultracentenaria di Ascoli Piceno, al pecorino di Cibaria, prodotto in altura e molto più dolce degli altri; dal baccalà pescato all’amo (per preservarlo dagli ematomi procurati della pesca con la rete) ai funghi porcini raccolti da un caro amico di Daniele sulle colline laziali; ancora, dal polpo ai gamberi fino ai calamaretti che arrivano da Santo Spirito e la mozzarella di bufala affumicata, di una piccola realtà produttiva di Latina.

Nel menu troviamo, tra gli antipasti, laCrocchetta di bollito con la salsa verde, piatto romano e“ricetta dimia nonna–rivelail cuoco romano–nella quale faccio bollire e stracuocere il campanello e la punta di petto di manzo insieme a qualche spezia ed erba aromatica. È un piatto semplicefatto con tagli di carne poveri, dei quali mantengo anchel’acqua di cottura per ammorbidire la crocchetta.

La salsa verde che accosto è quella classica che unisco a una maionese fatta in casa”. Tra i primi in carta, oltre agli immancabili romani, un inno alla veracità all’insegna di Amatriciana, Cacio e Pepe, Carbonara e Gricia-da mangiare rigorosamente in una scenografica padella in alluminio,che viene portataal tavolo con una generosissima porzione di pasta-troviamo nelle proposte stagionalilo Gnocco con ragù di coda alla vaccinara, sedano croccante e caco amaroeil Risotto agli agrumi, tartaredi tonno, pistacchi e teriyaki.

Tra i secondi, oltre al classico Filetto come i saltimbocca-un filetto di vitello con salvia e prosciutto, come vuole la ricetta dei saltimbocca alla romana, con cottura lenta e poi saltatocon il fondo bruno (preparazione di tre giorni) e il vino-anchelaPancia di maiale, patata all’arancia e mela verdee il Polpo su crema di zucchine alla scapece, fiore di zucca e sojacaramellata.Tra i dolci, tutti fatti in casa, un classico della pasticceria italiana è il tiramisù, in versione classica e al pistacchio.

Il cocktail bar

A dirigere l’amaro e cocktail bar de Il Marchese-da vivere dall’aperitivoal dopocena, o anchein un intrigante cocktail pairingda accompagnare al pasto-è Fabrizio Valeriani, bar manager a Roma e a Milano,bartender con solida esperienza che offre allo stesso tempo una miscelazione classica e sperimentale, d’avanguardia e basata sul gusto,con accostamenti che si sposano con la cucina, usando anche prodotti insoliti nei cocktail creati principalmente “low Abv” (a basso contenuto di alcol), come alcune verdure.

Tutti i drink sono senza proteine animali, quindi non c’è ilclassico albume d’uovo ma l’acquafaba di ceci che ha lo stesso potere emulsionante; non ci sono latti vaccini ma solo vegetali come mandorla, cocco o avena; cordiali, sciroppi, infusioni e fake limesono tutti preparati in casa. Per farsi ispirare, si consigliadi dare un’occhiata agli Special, ovvero dei Twist on classicfuori menu pensati proprio daFabrizio. Tra questi c’è unMargarita dalle note leggermente piccanti con aggiunta di passion fruit e tabasco oppure il French75, a base di uno sciroppo di fiori home-made, lime, liquore ai fiori di sambuco, Gin e Franciacorta.

La proprietàGiovani imprenditori romani, Davide Solari e Lorenzo Renzisono amici fin dalle scuole superiori. Portati per le pubbliche relazioni, hanno cominciato a lavorare insieme da ragazzi, organizzando eventi e dimostrando un grande talento nel saper riunire attorno a loro le persone. E una volta partiti, sempre insieme, non si sono più fermati.

Hanno lanciato l’Art Cafè nel 2001, curato l’ideazione e lo sviluppo dello stabilimento e locale di Fregene Ondanomalanel 2003 e creato l’innovativo ed esclusivo V Lounge a Ostia, nel 2009. Una sorta di Miami sul litorale laziale, con la quale hanno dato un nuovo appeal e impulso alle notti estive romane, recependo l’esigenza del bello nella capitale. Negli anni hanno provato spesso a immaginare un locale che accogliesse i sogni (e non solo) di chiunque vi entrasse. E una volta cominciata la ricerca dell’immobile, lo trovarono passeggiando su via di Ripetta, un ampio spazio dove immaginarono subito Il Marchese. Da qui è iniziato un percorso fatto di follia, fatica, responsabilità. Quest’anno, dopo aver festeggiato 25 anni di amicizia, si preparano a conquistare nuovi obiettivi.

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