Cura dei dettagli e grande amore spinge i giovani Weber a dar vita ad un vino di eccellenza
Appena sopra Tarquinia, vecchio polo etrusco, al confine tra la maremma laziale e quella toscana, si trova Capalbio la piccola Atene italiana. Proprio in questa cittadina tra le colline e il mare nel 2003 sorge Monteverro.
“Tutto ciò che si butta sui vigneti scende nel terreno ed il terreno non va impoverito perché fa crescere le nostre uve”
– Julia Weber –
Una cantina che nasce dalla passione dei giovani Weber che si sono innamorati letteralmente di questo fantastico territorio, tant’è che in principio al posto delle viti vi erano solo un campo di grano, uliveti e un po’ di macchia mediterranea che è rimasta. Si presenta come un territorio incontaminato ed è per questo motivo che i giovani Julia e Georg Weber ci tengono molto al rispetto del territorio. Nei loro vigneti, organizzato nei minimi dettagli, non viene usato nessun tipo di pesticida se non rame e zolfo. “Tutto ciò che si butta sui vigneti scende nel terreno ed il terreno non va impoverito perché fa crescere le nostre uve”. Julia Weber e Silvia Marchetto, addetta alla vendita e al marketing dell’azienda, mentre ci accompagnano a vedere i vigneti ci spiegano che tutto è proiettato alla cura dell’uva in modo maniacale. Ogni vitigno viene lavorato a mano e pulito chicco per chicco dal loro personale.
La cantina Monteverro produce 600 barrique perché credono fermamente che ogni bottiglia sia un’esperienza irripetibile. Non sono interessati alla grande distribuzione ma guardano con attenzione il mondo dell’alta ristorazione e alle enoteche di prestigio. Tutto è seguito scrupolosamente. Questa cura dei dettagli è valso il riconoscimento di tantissimi ristoranti nel nord d’Italia ma soprattutto della Svizzera dove il loro vino è molto richiesto.
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