Sul Lago di Garda arriva un pugliese che ne racconta le sue dolci acque. Farà sognare di nuovo la Michelin?
Un intreccio di tre comuni (Costermano, Torri e San Zeno di Montagna) che culminano su una collina che guarda su quello specchio azzurro che è il Lago di Garda. Alle spalle il Monte Baldo innevato e come contorno l’alterna Rocca dei frati camaldolesi, il golfo di Salò con l’Isola del Garda e la volata di qualche aquila solitaria.
Dopo l’esperienza dello chef Paolo Cappuccio, è la volta di Michele Iaconeta, che porta la sua Puglia in una cucina che racconta la varietà e la bellezza del Lago di Garda. Da Mattinata sul Gargano passando alle cucine del prestigioso Hotel Adler di Ortisei, al Ristorante Vescovado a Noli (1 Stella Michelin), con una tappa estera all’hotel Northcode nel Lancashire (1 Stella Michelin), al ristorante Azurmendi a Bilbao (3 Stelle Michelin) è tornato poi in Italia, al St Humbertus (2 Stelle Michelin).
Pochi ingredienti protagonisti, che raccontano una sintesi culinaria tra Veneto e Puglia, alla ricerca della stella Michelin che per anni ha premiato questo ristorante dalla vista spettacolare. Tagli alternativi di carni e pesci poveri, erbe spontanee e aromatiche. E quest’antica residenza di fine Settecento di cui Federico Chignola e Sara Squarzoni si sono perdutamente innamorati, racconta un intreccio di storie e vite passate, di spiriti del territorio lacustre.
Al ristorante gourmet “La Veranda” i nuovi signature dello chef tra gli antipasti sono: “Il carosello degli spiriti” con gazpacho di pomodoro, uova di quaglia pochè e tartufo nero, finto tartufo al caprino, lollipop fritto di verdure, tacos di manzetta garronese e tartare ai semi di sesamo o ancora il Rochè di animelle di Garronese con Peverada (una salsa veneta di origine antica) e cipollotto brasato. Tra i primi gli Gnocchi di borragine su Garum di pesci di lago e carbone di cipolla e gli Spaghetti “selezione di grano duro Mancini” con Ricci di Mare, aglio nero e anemoni. Tra i secondi imperdibili il Caviale, Rapa rossa e Capra o la Trota con carciofi croccanti, erbette del Baldo e amaranto.
I menu degustazione sono divisi in “Un territorio da scoprire” e “Sogno Mediterraneo” da 7 portate o “Festival del mare” da 6 portate, tutti rimodulabili con la scelta di 2 o 3 piatti. E se si preferisce un’offerta più “smart casual” il bistrot La Terrazza è perfetta per un pranzo di ritorno da una passeggiata o da un giro in bici con menu di terra, di mare e di lago, ma anche con una bella scelta tra le primizie del pescato, i grandi classici e la pasta tipica.
Sarà questa la formula per attirare l’attenzione della Rossa? Le carte ci sono tutte.