Donne, è tempo di dare loro la possibilità totale per farlo fino alle stelle
Donne. Marzo è per antonomasia il mese dedicato a loro e della primavera, certo. Le due cose sappiamo non coincidere. La celebrazione della giornata delle donne coincide con un fatto storico avvenuto proprio l’8 di marzo 1917. La primavera si apre qualche giorno più tardi. Ma a me piace pensare che la donna è sempre primavera della vita.
Ma perché?
Eppure, se vi dicessi di elencarmi tre chef famosi, mi citereste forse il nome di una donna? Non credo. La domanda che mi vorrei porre con voi, lettori cari, è questa. “ma perché nelle cucine di alto rango la maggior parte degli chef premiati è composta da chef uomini?”.
L’ultima edizione della Rossa è stata ben chiara sull’argomento: una sola donna insignita della nuova prima stella Michelin. Qualcuno suggerisce che una idea di risposta alla mia domanda potrebbe trovarsi nella struttura del ristorante: il ristorante è un’azienda il cui capo è manager prima di tutto.
E le donne, in questo campo sono entrate di recente. Qualcun altro potrebbe obiettare che quando Escoffier crea il modello organizzativo del ristorante lo fa ispirandosi a modelli militari, tutt’ora in un certo senso, ancora in piedi e insopportabili per una donna.
Donne manager, un po’ di dati
Qualcun altro ancora obietterà che per una donna è dura arrivare a questo rango perché non avrebbe poi tempo da dedicare alla famiglia, ai figli. Ma davvero oggi abbiamo bisogno di queste risposte? Il Rapporto Donne Manageritalia 2020 ha confermato che “la ripresa dei dirigenti privati è tutta guidata dalle donne (…); la classifica delle regioni e province più rosa vede prevalere in percentuale Molise (26,9%), Sicilia (25,2%), Lazio (23,2%), Basilicata (21,4%) e Lombardia (19,6%)”.
Ipotesi retrograde
Il modello del ristorante, ispirato a segni militari è senza dubbio vero, ma la capacità organizzativa di una donna spesso supera quella di un uomo, senza considerare il fatto che il rapporto uomo-donna per quanto riguarda il know-how determinante per far fronte all’azienda ristorante negli ultimi tempi si sta andando a ribaltare. Quello del tempo da dedicare alla famiglia, ai figli è una questione delicata, ma è sempre più in crescita il numero di donne giovani che chiedono supporti statali per investire in attività ristoratrice. Saranno anche situazioni non facili, ma anche un uomo ha diritto e dovere di curare la famiglia, i figli. E qui ci siamo, diritti e doveri. Forse in tutto questo potrebbe entrarci un sistema ancora fortemente retrogrado? Un sistema sovrastrutturale, oserei mentale. Voglio lasciare il problema aperto perché tanto così resterà.
Ma voglio ringraziare ad una ad una tutte le donne che operano nell’alta ristorazione, in cucina e in sala. Quelle donne che ogni giorno devono combattere ancora nel 2022 due guerre, una lavorativa e una personale perché è ancora impensabile farcela del tutto senza prescindere l’una dall’altra cosa. Voglio ringraziare una ad una le donne che cucinano nei grandi e piccoli ristoranti, riproducendo quei gesti, quelle manualità che poi in bocca altro non fanno che riportare i ricordi al palato. E non so da voi, ma da me a creare cose divine era sempre la nonna, non il nonno!