Nel pieno centro storico di Campobasso rivivono i sapori tipici della regione in un locale accogliente a gestione familiare
In pieno centro storico di Campobasso si incontra la tradizione della cucina molisana: dal 1948, in una location antica ai piedi del Castello Monforte, si trova il Ristorante Aciniello da molti definito come la madre delle trattorie tipiche del capoluogo. Quando un cliente entra trova l’accoglienza di un locale familiare e la cordialità dei gestori, da sempre punto di forza del ristorante.
La signora Maria Belfiore Velleda è alla guida della cucina ed insieme ai suoi due figli Raffaele e Christian propone piatti della tradizione della regione con un leggero tocco di innovazione. Sapori immediatamente riconoscibili per una cucina definita dalla stessa signora Maria “tradizionalstagionale”: vengono infatti usati sempre prodotti si stagione.
Alcune delle specialità che hanno reso celebre il Ristorante Aciniello? Carciofi ripieni, cime di rapa con degli sformatini o ancora la pasta con i cavatelli e salsiccia fresca a cime di rapa. Si utilizzano tanto i legumi perché oggi come oggi la gente richiede sempre più preparazioni vegetariane. Ad ottobre ad esempio si possono gustare zuppe di funghi, a giugno la zucca, ad ottobre le creme di zucca.
A Maggio delle vellutate di piselli con scarole e pecorino di Capracotta. Il valore aggiunto qui è trovare prodotti buoni colti dai campi perché si può sfruttare la vicinanza del mercato coperto comprandoli direttamente dai contadini o dalle vecchiette che li portano lì. In inverno una specialità tipica, un vero piatto contadino, è “pizza e minestra”, un tortino fatto con farina di mais che viene mantegato con delle verze ed altre verdure stagionali e si prepara unendo le verze, il tortino di mais e le verze vengono cucinate con un po’ di bollito di maiale per dare un sapore più intenso.
Tutte le cucine tipiche dell’entroterra molisano hanno una forte componente di baccalà all’interno ed ovviamente anche ad Aciniello non può mancare: viene preso sotto sale e curato in una stanzetta a parte, a temperatura giusta facendo vari passaggi con l’acqua e poi è pronto per la cucina.
“Mi piacerebbe scoprire qualcosa di ancora più antico per la mia cucina”
– Maria Belfiore Velleda –
Rivisitare i piatti è oggi un trend molto seguito, farsi contaminare dalla cucina moderna: ad Aciniello invece si cerca non si vuole rivisitare, ma cercare un’identità ed autenticità nelle ricette tipiche. Fare ad esempio la trippa di agnello come si faceva 50 anni fa, i torcinelli come facevano i contadini o i bocconcini di maiale con il peperone sottaceto come si fa quando si cucinano i maiali in casa, portare a tavola le salsicce di fegato, il fegato di maiale avvolto con la retina da fare alla brace. Non prendere nulla che non sia molisano: ecco la prerogativa della signora Maria Belfiore Velleda.
A suo giudizio quando si ha successo con la cucina tradizionale è inutile cambiare: se arrivasse uno dal Veneto qui dovrebbe trovare specialità tipiche. Uno slogan perfetto per chiudere e descrivere il clima che si respira ad Aciniello viene preso a prestito direttamente da un proverbio napoletano “Aciniello, addò da magnà te vé nu genio” …. detto in poche parole quando si entra in questo ristorante viene immediatamente voglia di mangiare.