Lunario, Calende, Plenilunio e Meridies, questi alcuni dei meravigliosi vini che una terra dal clima mite e temperato, come quella dei Colli Lanuvini, può regalare.
La Luna del Casale si trova a Lanuvio, a poco più di 33 km dalla Capitale e ad illustrare questa piccola perla del Lazio è Nicoleta Sirbu, titolare della tenuta. Una realtà familiare, che a partire dal ‘99 ha deciso di riconvertire dei vigneti lasciati all’abbandono per produrre oggi più di 10 tipologie di vino.
Una scelta fatta seguendo sin da subito la strada del bio.
“Abbiamo scelto l’agricoltura biologica per vocazione, anche se è una scelta impegnativa che pretende di esserci tutti giorni. La pianta va seguita giornalmente”
– Nicoleta Sirbu –
La Luna del Casale è stata infatti una delle poche aziende a certificare vini bio prodotti prima del 2012 e cioè prima della disciplinare sulle norme dell’agricoltura biologica.
La casa di Nicoleta è nella vigna o forse la vigna ormai è la sua vera e propria casa. Questo posto incontaminato si avvale da sempre del sapiente studio e delle analisi dell’enologo Paolo Piera il quale segue i vitigni nella coltivazione, nella selezione delle uve e nei protocolli di vinificazione.
Ed è così che da poco più di 12 ettari, La Luna del Casale arriva oggi ad avere una cantina propria di produzione con etichette Dop, Doc e Igp, vini destinati ad un lungo raffinamento in botti di rovere, per non parlare dei Grand Cru dei Colli Lanuvini chiamati con i nomi dei figli di Nicoleta: Sara, Alessandro e Sebastian.
E, un po’ com’è per i figli, è impossibile dire quale sia il migliore – “sono vini così diversi tra di loro, con caratteristiche così particolari che è impossibile sceglierne uno anziché un altro” – come afferma lei stessa. Tra le 60.000 bottiglie prodotte, ci sono anche vini barricati del 2010 riuscendo così ad avere una vasta clientela partendo dal privato, alle piccole enoteche, ai ristoranti ma anche alle multinazionali che scelgono le bottiglie della Luna per celebrare i loro eventi. Nicoleta è fiera dei sui vini e non si vuole sbilanciare se non dicendo di voler aggiungere, alla già variegata produzione, qualche altro piccolo prodotto per completare il quadro.
A noi non resta che gustare per il momento queste emozioni in bottiglia e i Grand Cru dei Colli Lanuvini.
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