Lo Chef Marco Marras, originario di Bosa, in Sardegna, propone sulla sponda veronese del lago di Garda, in una location di rara bellezza, la sua grande cucina di materia e di talento
Lasciata l’autostrada per Venezia all’altezza di Peschiera del Garda, ci si addentra in un territorio magico, nel quale uliveto e vigna si rincorrono in un magico cromatismo. L’arteria stradale verso Affi, infatti, nasconde vere e proprie chicche esclusive, che godono di un clima pedemontano addolcito dalle brezze del lago di Garda, a pochissimi chilometri.
A Cavaion Veronese, immerso nel verde dell’entroterra lacustre, Villa Cordevigo si presenta all’ospite nella sua leggiadria, simbolo di ospitalità esclusiva, destinata a chi ama il relax, in particolare se abbinato a un’offerta di enogastronomia di alto profilo, caratterizzata da una proposta culinaria di livello elevato.
Una cucina, quella di Marras, executive chef dell’Oseleta, che esprime appieno il viaggio esperienziale compiuto durante la sua vita professionale che, dopo varie esperienze in tutto il mondo, l’ha portato qui, fra gli uliveti delle colline tra Peschiera e Garda, fra il parco e i vigneti Villabella di questo Wine Relais cinque stelle lusso di proprietà delle famiglie Cristoforetti e Delibori.
La brigata di Marras, fra cuochi, sous chef, pastry chef, si compone di dodici elementi, molto giovani, tutti under 40. Già dall’eta media dei cuochi operativi nelle cucine del ristorante si evince lo spirito innovativo che guida lo linea culinaria e le scelte che contraddistinguono i menù proposti dallo chef, fortemente voluto dalla proprietà per interpretare al meglio l’anima e l’essenza del ristorante all’interno dell’antica villa, risalente al XVIII secolo, immersa nella affascinante tenuta.
La Cucina
La cucina proposta dallo chef Marco Marras, 35 anni, è raffinata e armoniosa, seppure elegantemente semplice e, pur risentendo fortemente della sua terra d’origine, è riuscita a conservare i sapori dei luoghi in cui lo chef ha lavorato (Portofino, Madonna di Campiglio, Ginevra, Isola d’Elba, Cala di Volpe, Miami, Hawaii, Puglia…).
Location prestigiose, che l’hanno poi portato fino a Villa Cordevigo, quasi a coronare una lunga e diversificata carriera, seppure lo chef sia molto giovane.
Qui, prima di diventarne l’executive, ha affiancato come sous chef Giuseppe D’Aquino, il suo ultimo maestro al quale va il merito di averlo formato accrescendo le sue, già spiccate, capacità tecniche e organizzative.
«La cucina di Marras – spiega Lorenza Delibori, Maître de Maison – rappresenta un filo diretto tra Veneto e Sardegna: espressione dell’abbraccio fra l’antica tradizione culinaria sarda con quella veneta, dalla quale scaturisce una cucina di concreta e schietta ricerca».
La proposta di cucina è una sorta di mix creativo e talentuoso fra il legame profondo con la terra d’origine, ma anche con le tecniche acquisite nel corso del tempo, grazie alle esperienze culinarie vissute in vari Paesi. Il menù che abbiamo provato durante la serata ha consentito di degustare grandi piatti, che hanno addirittura superato le aspettative. È il servizio di sala, abilmente coordinato da un professionista come Paolo Ciaramitaro, General Operation Manager della struttura, ha dato valore aggiunto all’esperienza gastronomica.
Dalla Capasanta scottata, scorzonera, shiso, olio di artemisia, fino ai Cappelletti di coda di Fassona, peperone piquillo, vaniglia bourbon del Madagascar e alla Linguina monograno Felicetti, crema di porri, cannolicchi, bottarga di muggine, pane al timo, ogni piatto è un inno alla genuinità e all’armonia dei territori mediterranei, con un crescendo continuo di eccellenze.
Fra i secondi, il Petto di faraona cotta a bassa temperatura, tartufo nero e topinambur risulta essere un piatto di gusto spiccato, capace di regalare golosità ed eleganza. Quella sapidità raffinata, mai ostentata, che ogni gourmet vorrebbe trovare nel piatto. L’essenzialità della materia è una costante nei piatti dello chef, anche in ossequio alla filosofia dei grandi cuochi (Gualtiero Marchesi in primis): un valore che emerge in tutta la sua purezza in un piatto di rara suggestione, il Fusillo 2022.
All’insegna del concetto di “less is more “, il piatto sottintende una idea geniale, che consente di gustare nella sua essenza una icona indiscussa della cucina italiana, la pasta di grano duro. Pulizia, tecnica, semplicità, eleganza, sia tecnica che artistica, sono gli elementi chiave di questo piatto, che come gli altri degustati, fino alla Mousse di zucca, cremoso al bergamotto, noci pecan, gelato allo zafferano nostrano, caratterizzano la filosofia di cucina di Marco Marras e degli chef della sua brigata.
Per Marco Marras il rispetto delle proprie radici è imprescindibile: “Nei miei piatti cerco di portare i profumi della mia terra – spiega Marras – Noi sardi siamo nostalgici ed io non faccio eccezione”, dice lo chef. Ma noi ci permettiamo di aggiungere la sensazione di assoluta contemporaneità che Marras riesce a esprimere nel piatto, grazie a un talento e a un carattere fuori del comune. Il risultato è una cucina non banale, né ovvia o scontata, e forse neppure nostalgica, ma assolutamente moderna e strutturata, lontana da inutili sperimentalismi e fortemente caratterizzata.
Con la riapertura dell’Oseleta, Marras sta nuovamente allestendo, come ad ogni inizio stagione, l’orto di Villa Cordevigo, continuando a cercare una sempre maggiore sostenibilità nei processi produttivi delle cucine e anche nella selezione degli ingredienti “home-made”, dove per home s’intendono due grandi regioni italiane con una biodiversità esemplare, la Sardegna e il Veneto.
Il Resort
Una volta varcato il lungo viale di cipressi, si è accolti dal giardino all’italiana e dalla Villa padronale originale, risalente al Rinascimento, custodita dalle due barchesse laterali. La residenza è circondata dal vasto parco di alberi secolari, cipressi, platani, ippocastani.
Villa Cordevigo Relais & Chateaux è un luogo dove rigenerarsi, vivere gli spazi all’aperto in armonia con la natura. Sono 35 gli appartamenti, di cui alcune suite, tutte diverse tra loro, in cui rilassarsi dopo la Spa, con accesso limitato, oppure dopo una passeggiata rigenerante lungo i sentieri del parco. Gli spazi comuni e il ristorante Oseleta riflettono l’atmosfera di un’antica residenza patrizia.
La nutrita cantina è il tempio per le degustazioni di pregiati vini da sorseggiare a bordo piscina, seduti in giardino avvolti tra i vigneti Villabella, l’azienda vinicola di proprietà.
Elementi di pregio architettonico sono l’antica fontana e la cappella gentilizia rinascimentale. Dalla curata corte si accede alla Spa e all’area relax.