Il design di Andrea Salvetti ha forgiato la cucina di Paolo Lopriore: “adesso ritorno al cuore del mio lavoro e mi dedico al gusto”
Per i cuochi cucinare è una passione. L’amore che ci mettono nella realizzazione dei loro piatti si percepisce a livello olfattivo e gustativo. I grandi chef, però, devono fare una doppia fatica: se da un lato è essenziale occuparsi della cottura e della preparazione, dall’altro è importante che l’opera finale sia anche piacevole agli occhi dei clienti. Lo chef Paolo Lopriore è stato lungimirante e nelle sue creazioni ha coinvolto Andrea Salvetti, designer ormai defunto che ha realizzato per lui esclusive opere d’arte.
Quali le innovazioni studiate con Salvetti?
“Impostato l’abbellimento della tavola. Mi riferisco a oggetti che non solo fanno la cottura ma riescono anche ad abbellire. Tra questi, il forno e l’affumicatore”.
In che modo il design ha influenzato la sua cucina?
“Mi ha fatto capire che devo principalmente cucinare e non decorare. In questo modo, si mette in risalto ciò che c’è dentro al piatto e non il piatto in sé. Questi attrezzi sono funzionali al nostro lavoro. Ad esempio, la vaporiera è a forma di calice e l’affumicatore è una radica tribale. Ognuno di questi oggetti ha una sfera tematica di riferimento”.
Oltre che belli, questi accorgimenti sono anche pratici…
“Assolutamente. Il design è bello proprio per questo. Consiste in un’opera d’arte che ha anche un compito. Non è affatto fine a se stessa”.
Secondo lei, il binomio tra cucina e design sta prendendo sempre più piede?
“Sì, pulisce un po’ l’idea di una collaborazione. Con questo concetto non si soffoca: il cuoco non è costretto a fare tutto da solo. Ho imparato a condividere e distribuire il lavoro: ciò alleggerisce il compito dello chef. Abbiamo imparato tanto da Andrea.”
Questi oggetti hanno cambiato la sua prospettiva?
“C’è un concetto completamente diverso che non è istintivo, sentimento alla base di ogni cuoco. È un vero e proprio progetto: non una semplice analisi del cibo ma la comprensione del bello che è nel cibo stesso. Un vera e propria unione tra bellezza e gusto.”