La casa vinicola più a est dello stivale sulla rotta dell’Oriente
Cresciuto a pane e vino Massimiliano, alla quarta generazione di produttori d’uva, eredita questa passione dal suo bisnonno che, nella seconda metà dell’800, fondò l’azienda di famiglia. Alla guida della Casa vinicola Apollonio dal 1995 insieme al fratello Marcello, ci racconta di come suo padre diede una svolta manageriale alla società e creò un imbottigliamento a livello più industriale privilegiando una clientela principalmente piemontese. Il legame con questa regione influì anche su alcune tecniche, in primis la tradizione dell’invecchiamento del vino, tipica del nord Italia.
Massimiliano, enologo e sommelier, nonché Presidente di Assoenologi per Puglia, Basilicata e Calabria, è un vero esperto del settore e, nonostante promuova il costante aggiornamento tecnico e culturale del vino, continua a rifiutare l’uva internazionale “perché la Puglia è terra di vini autoctoni”. La loro distribuzione privilegia mercati esteri e hanno 36 partner mondiali ma la prossima sfida è sul panorama asiatico: “Una scommessa che vorremo vincere con l’autenticità delle nostre bottiglie” ammettere l’enologo.
L’etichetta Apollonio è sinonimo di garanzia e sicurezza in una regione che produce il 40% di rosato a livello nazionale. Il loro vino non è pastorizzato né refrigerato ed è disciplinato in tutte le sue fasi di produzione e di riposo. Per l’affinamento sono selezionate diverse qualità di rovere a seconda dell’uva e il vino, non essendo filtrato, può presentare delle imperfezioni che rivelano, però, l’affidabilità e l’identità della storica cantina Apollonio.
“La Puglia è la patria dei vini autoctoni”
– Massimiliano Apollonio –
Andrea Martina Di Lena
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