La nuova associazione è al lavoro per la tutela di una categoria di lavoratori e professionisti colpiti dal lockdown
L’Italian Hospitality Network è un’associazione di categoria nata a Roma con l’obiettivo di rappresentare il mondo dell’ospitalità e dell’intrattenimento notturno. L’obiettivo principale è quello di diventare il primo interlocutore con le istituzioni per tutte le istanze immediate e future della categoria. Imprenditori, bartender, camerieri e cuochi, tutti rappresentanti di una delle categorie più colpite dal lockdown.
“Movida è solo un termine giornalistico che non ci rappresenta. Noi siamo il 15% del PIL di questo paese, siamo un patrimonio culturale fatto di tradizioni, di sapori e di socialità. Un motivo che spinge turisti da tutto il mondo a popolare le città di questo paese”- ci racconta Giovanni Seddaiu, membro dell’I.H.N.
Nel concreto, l’Italian Hospitality Network, come si può leggere nel manifesto ufficiale pubblicato sulla pagina Facebook, ha pensato una serie di proposte, presentate alle istituzioni, per supportare le imprese durante l’emergenza Covid-19. Tra queste, ci ha spiegato Giovanni, una delle più immediate riguarda i contratti di locazione. Riconoscere al proprietario un credito d’imposta al 60% fino alla fine dell’anno con 40% dell’importo a carico del locatario, indipendentemente dalla categoria catastale dell’immobile. Ancora, l’abbattimento dell’IVA sull’acquisto dal 22% al 10% e sulla vendita dal 10% al 4%. “Siamo nati per attuare una riforma concreta in un settore regolato da norme obsolete, è un progetto politico a lungo termine.” afferma Giovanni Seddaiu.
I valori importanti per l’Associazione sono quelli del rispetto per l’ambiente e dell’ ecosostenibilità. Per tale ragione, potranno far parte dell’Italian Hospitality Network solo quelle realtà che saranno in grado di dimostrare l’utilizzo di prodotti nonché principi ecofriendly. “Per loro, proponiamo anche la possibilità di una detrazione fiscale della quota d’acquisto di materiali pensati per la sostenibilità” – prosegue Giovanni Seddaiu, per sottolineare che il lavoro che si propone di fare da ora in avanti è per un futuro migliore, sostenibile e di alta qualità.
A livello locale, l’I.H.M. si propone di istituire dei “tavoli comunali permanenti” per affrontare tematiche relative alla vita notturna. L’obiettivo è quello di tutelare professionisti che seguono le regole non solo di qualità, ma anche di sicurezza. Uno degli esempi emblematici è la regolamentazione sulla vendita degli alcolici al vetro identica per bar e minimarket. Spesso però nei minimarket la svendita di bottiglie di alcolici consente alla movida, quella pericolosa, di prendere vita.
Ma tutelare significa anche lavorare per il miglioramento dei contratti di categoria, per una riforma del sistema educativo e professionalizzante degli istituti alberghieri. “Noi stiamo raccogliendo il malcontento nato durante il lockdown e per questo sono già numerose le realtà che hanno deciso di far parte dell’Italian Hospitality Network in tutto il territorio italiano”.
L’iniziativa di I.H.N. fa luce su una questione importante, ovvero come una classe di lavoratori sia oggi cosciente del suo apporto complessivo alla qualità di una nazione e ai suoi servizi fondamentali. Per questo diventa necessario un sistema legislativo virtuoso, volto a tutelare e incrementare l’eccellenza di questo settore.
Dietro la qualità ci sono anni di studio e di lavoro e se l’Italia vuole continuare a essere una delle realtà enogastronomiche più ammirate al mondo, la classe politica deve finalmente riconoscere gli autori di questo primato.