Skip to main content
So Food

All’interno della raffinata cornice dell’hotel Aldrovandi di Villa Borghese la cucina tutta romana dello chef tedesco Oliver Glowig

By Ottobre 6, 2015No Comments

Di origine tedesche, è stato uno tra gli chef italiani chiamati a rappresentare la cucina laziale ad Expo 2015 e quando gli si chiede qual è il prodotto che non deve mai mancare nella sua cucina risponde: l’olio d’oliva.

Oliver Glowig classe 1970 è modesto, con i piedi ben saldati per terra e non si sbilancia mai troppo, al punto da non riuscire ad indicare il nome del suo chef preferito: è impossibile stimare uno chef che sia il migliore, viste le così tante e disparate cucine che esistono nel mondo. 

E quando invece si prova a ricordargli che nelle critiche di settore da molti è descritto come un maestro, risponde:

“mi fa piacere di sicuro, ma bisogna sempre stare con i piedi per terra. Io credo che nessuno sia Dio, siamo tutti sulla terra e c’è sempre da imparare e crescere”

– Oliver Glowig –

La curiosità da bambino, quando i genitori lo portavano a mangiare nei ristoranti, si tramuta immediatamente in uno stage in cucina da ragazzo, per poi approdare in Italia e per la precisione al Capri Palace, dove sperimenta i suoi primi approcci con la cucina nostrana e poi a Roma all’Aldrovandi di Villa Borghese.

Ed è proprio questa esperienza tra il mare di Capri e la tradizione romana a dare oggi vita ad uno dei suoi piatti più rinomati: le eliche cacio e pepe con alci di mare. Nei suoi menu non compaiono inflessioni tedesche, perché come afferma lui stesso, la sua cucina è sicuramente italiana, con la cucina tedesca non ha più nulla a che fare. E forse più che italiana sarebbe meglio dire romana: Glowig è tra i pochi chef stellati a utilizzare il “quinto quarto”, le cosiddette frattaglie tanto impiegate nella cucina povera della Capitale, un ingrediente a suo dire di carattere, dal sapore forte e deciso proprio infondo come piace a lui.

Modesto ma anche chef di cuore al punto da nominare i menu della sua carta con i nomi delle sue due figlie Aurora e Gloria, per aver la sensazione di averle sempre lì vicino a sé ogni volta che chiama le comande.

E poi la sensibilità verso il mondo femminile: “le donne non possono mancare in una cucina, creano un buon ambiente”, non stupisce dunque che sommelier e pasticciera del suo Aldrovandi siano proprio due donne. Ed è proprio con la sua sommelier che Oliver Glowig è riuscito anche a selezionare da qualche tempo un ottimo champagne della casa, prodotto dalla maison francese Mathieu Gandon.

A chi obietta che il suo Aldrovandi sia comunque uno tra i più costosi ristoranti della Capitale, Glowig risponde: “noi non siamo un ristorante dove si va a mangiare tutti i giorni, si viene per un evento, per stare bene”.

A parte le materie prime, Glowig gestisce infatti uno staff di ben 23 persone per un massimo di 30 coperti a sera e – a parte i costi di gestione – assicura che quello che si acquista andando a cenare nel suo ristorante è un’esperienza sensoriale che comincia al momento della prenotazione fino al momento di alzarsi dal tavolo.

 

[widgetkit id=”73″ name=”Gallery Bottom-A Gallery”]

Leave a Reply

tre × uno =

Close Menu

So Wine So Food

I più grandi chef, le tendenze internazionali, gli eventi più trendy e le cantine migliori in territorio nazionale e internazionale.

Project by K-Lab Project

© 2015 SOWINESOFOOD
Iscrizione al registro stampa del
tribunale di Velletri (Roma) N. 15/2016 del 18/08/2016

T: 0691516050
E: info@sowinesofood.it