Intervista a Massimo Buli, proprietario della pasticceria Flamigni
Torrone. Il dolce tipico del panorama enogastronomico italiano. Siamo abituati a gustarlo e a donarlo durante le festività. Natale è alle porte, e noi di So Wine So Food volevamo saperne di più! Per questo motivo abbiamo intervistato Massimo Buli, erede della pasticceria e azienda Flamigni Srl, che “dal 1930 non ha mai cambiato ricetta”, assicura. Altra cosa che non è cambiata, è il metodo di lavorazione (il torrone è fatto rigorosamente a mano) e la passione di rinvigorire la tradizione. Perché secondo Massimo Buli, la tradizione è legata al territorio ed in particolare ai suoi frutti. Non a caso ci dice che il torrone fa parte della natura del territorio, perché l’uomo non ha fatto altro che inventare dei prodotti partendo da essa e da ciò che metteva a disposizione. Questa è l’idea base da cui nasce il torrone friabile alle mandorle, classico della tradizione. Però la specialità della casa è un’altra, Il Supremo, torrone con oltre il 65% di mandorle tostate, confidandoci che per la realizzazione è necessaria una procedura ardua e di difficile gestione, non da tutti adottata, per il semplice fatto che la produzione avviene a mano e la pasta del torrone tende a indurirsi facilmente.
“Il torrone fa parte della natura del territorio”
– Massimo Buli –
Oltre al classico torrone friabile ci possono essere anche altre varietà, come quella morbida, al pistacchio, alla nocciola (come accade in Piemonte), e ci spiega che le varietà sono diverse in base alla località in cui si trova. “Il torrone – continua – non è presente solo in Italia ma anche all’estero”. In primis fra tutte la Spagna, oggi molto più radicata al consumo del torrone, rispetto all’Italia. Specificare che il torrone sia nato qui o là, è solo questione di miti o favole pubblicitarie, tende a notare il signor Buli. Perché dai suoi studi è emerso che il torrone ha origini molto antiche ed in località diverse e anche lontane dalle nostre. Non sarebbe corretto, secondo la sua opinione, specificare un solo luogo ed una sola data di nascita.
In conclusione, il sig. Massimo Buli ci congeda con un augurio, ovvero che si riprenda il consumo del torrone, un prodotto molto sano, fatto a mano, ma calato negli ultimi anni a favore di dolci più alla moda come il panettone. Rammentandoci che il torrone è più vivo nei ricordi dei nostri nonni, possiamo concludere affermando che il torrone è un vero ritorno alle nostre origini!
Dan Munteanu
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