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Epos Wine&Food e Barrique: due esclusivi percorsi enogastronomici di ristorazione gourmet sul “podio” dei Castelli Romani

Pòggio s. m. [lat. pŏdium «podio» (v. podio), passato al nuovo sign. in età medievale]. – Elevazione del terreno, di altezza inferiore alla collina e, in genere, di forme tondeggianti e con dolci pendii⟫. Questa la prima definizione del vocabolario per il termine che dà il nome all’omonima azienda vinicola che poggia su un terreno vulcanico a circa 400 metri dal livello del mare, in una natura incontaminata dove si incontrano ancora le volpi che mangiano l’uva. Siamo a pochi chilometri dal casello di Monte Porzio Catone, uno dei comuni italiani nell’area dei Castelli Romani alle porte della capitale. Qui, tra i filari del vigneto che si snodano per i suoi trentacinque ettari e l’elegante edificio sviluppato su tre livelli, c’è Barrique by Oliver Glowig. Dal 2017, infatti, l’alta cucina del celebre cuoco tedesco completa l’offerta culinaria del progetto enologico nato nel 1996 su intuizione di Armando Mergè e di suo figlio Felice, terza generazione di un ceppo di viticoltori che ha avuto origine nel 1920 con suo nonno Manlio.

La casa vinicola Poggio Le Volpi ospita contemporaneamente due esclusivi percorsi gastronomici: al piano superiore c’è Epos Wine&Food, il bistrot gourmet per soste veloci e informali, mentre nella zona inferiore c’è Barrique, luogo contemporaneo segnalato anche dalla Michelin, arredato con botti di legno, pizzi e merletti sui toni dell’oro e del nero che vestono le pareti, un bosco di fasci di vite che disegna il soffitto ed esclusive etichette custodite in tre nicchie.

Una cucina per due servizi orchestrata brillantemente dalla brigata di Oliver Glowig, chef curioso e dinamico che si divide tra due menu, due sale, due proposte studiate per soddisfare i wine e food lovers di tutte le età. La carta per conviviare nella splendida barricaia prevede due degustazioni da 5 o da 7 portate (rispettivamente a 75 euro e a 95 euro). Tra le voci incuriosisce la “Selezione di formaggi”, ovvero VaVi, crasi per indicare un formaggio di latte vaccino stagionato sotto le vinacce del Roma in edizione limitata, una joint venture con Beppe e i suoi formaggi incastonata nella parete del gusto di fronte la cucina. Là dove c’erano le botti destinate all’affinamento, sorge oggi Barrique per un’esperienza immersiva che si svolge su pregiati tavoli in vetro temperato che proteggono la resina della sua superficie.

Il benvenuto dello chef è una crema di ricotta di bufala, cozza in tempura e pomodoro giallo disidratato.

Per iniziare una testina di vitello, impanata e fritta, servita su una crema di finocchi, sfere di tapioca e polvere di caffè, a fianco scampo crudo leggermente flambato sopra.

Come primi piatti, Bottoni ripieni di carciofi alla brace, acqua di pecorino, carciofi disidratati sempre alla brace e pomodoro disidratato.

Sempre dalla linea dei primi, una pasta ripiena di Gambero crudo, con salsa di zucchine e tuorlo d’uovo crudo pastorizzato e mentuccia.

Per nobilitare il pollo, lo chef ha usato tutte le sue parti: il piatto si presenta su una salsa di peperone giallo e paprika affumicata con cui accompagnare una coscia finita al forno, il petto cotto a bassa temperatura, un tipo di peperone spagnolo riempito con pezzetti della carne bianche e per ultimo si lascia l’ala.

Pre-dessert: asparagi, cioccolato bianco e caviale.

A chiudere il percorso, gelato allo yogurt con lamponi e biscotto al pepe bianco. Pre-dessert: asparagi, cioccolato bianco e caviale.


Un’unica carta dei vini con più di cinquecento referenze completa l’offerta del beverage. Oltre i confini laziali: a impreziosire il fine dining da Barrique, in aggiunta alle etichette dell’azienda Poggio le Volpi e ad altre del panorama vinicolo italiano e internazionale, non mancano quelle della cantina pugliese Masca del Tacco, sempre di proprietà della famiglia Mergè.



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