Quando la sensibilità estetica, il talento e la passione si combinano, nasce qualcosa di indistruttibile, che lascia il segno nel tempo. Questo numero novembrino di So Wine So Food è dedicato a quanti, attivi nell’offerta di ristorazione e ospitalità, fanno la differenza, in virtù delle loro capacità, prima ancora che delle intuizioni di marketing o delle strategie studiate a tavolino, magari sentendosi indispensabili figure-chiave o interpreti di nuove tendenze, che dureranno un battito di ciglia.
Per chi “fa la differenza” (che siano chef patron, o cuochi nella brigata, o sommelier, pasticceri o manager di sala), la cosa principale è lavorare bene, ai massimi livelli possibili, con amore, dedizione e sacrificio (termine che sembra essere stato cancellato dai vocabolari contemporanei). Ambizione, orgoglio, passione, senso di appartenenza, gratitudine (per non dire “devozione”) sono la migliore risposta a chi, allettato da facili e passeggeri guadagni, pensa o si crede costretto ad abbandonare il proprio mestiere, spesso ancora prima di impararlo e assimilarlo. Questo apparente “disamore” verso il lavoro da parte di molti, con la complicità della pandemia ha reso difficoltosa l’attività di molti ristoranti, che si sono trovati a corto di personale.
Ma questa contingenza ha anche consentito di arrivare a ridefinire i gruppi di lavoro, privilegiando le figure più strategiche e creando realtà innovative. Qualcuno, con un pizzico di cinismo, potrebbe ragionevolmente azzardare che “si è trattato di una selezione naturale”. Può darsi: fatto sta che i cultori del bello e del buono conoscono perfettamente l’importanza dei valori fondamentali per opera re nel settore. E su questi valori costruiscono la propria esistenza, le proprie motivazioni di vita, la propria professionalità. Senza guardare mai l’orologio, senza far cadere la penna, senza trovare scorciatoie. Ma guardando al futuro con la consapevolezza di costruirlo con passione giorno dopo giorno.