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Senza allontanarci fuori da Roma città, di seguito una guida di ristoranti degni di nota tra tradizione e innovazione. Roma, geograficamente situata tra due litorali ricchi come il Tirreno e l’Adriatico, offre svariate concezioni e lavorazioni del nostro pesce. Non è semplice ma ecco a voi le diverse proposte e fasce di gusti e prezzi.

La classifica dei migliori ristoranti di pesce a Roma:

Molo 29 – Via Mario Musco, 29

Molo 29 è una chicca aperta da oltre dieci anni da Andrea Perugini nel quartiere ardeatino.

La filosofia del locale è improntata su una compenetrazione della cucina mediterranea di pesce con il mondo orientale e il mondo nordico-europeo. Lo chef è Davide Mandarino che con delle tecniche acquisite con esperienza e passione riesce ad equilibrare un mix di gusti e tradizioni.

Ne è un esempio il bottone ripieno di ricotta di pecora e granchio porro glassato con salsa teriyaki in brodo di funghi. La tradizione orientale imporrebbe un brodo di funghi shiitake ma lo chef  li ha sapientemente sostituiti con il craterellus cornucopioides, volgarmente chiamato “trombetta dei morti”. Della tradizione nordica sfrutta le fermentazioni delle verdure per ottimizzarne non solo la digestione ma l’apporto nutritivo, rendendo così più disponibili all’organismo le vitamine contenute. Una contaminazione positiva, sana, sostenibile e di qualità.

Roberta per i dolci propone invece degli spunti che ricordano la giovinezza come la fragola con il fior di latte piuttosto che una crema di ricotta con mousse al cioccolato con pere in osmosi di rum con delle cialde al marsala.

Prediligono champagne e vini bianchi maggiormente del territorio laziale, con una carta che conta più di un centinaio di etichette.

Il rapporto qualità prezzo è buono, con un menù degustazione a 60 euro. Indubbiamente uno fra i migliori ristoranti per creatività.

Chinappi – Via Augusto Valenziani 19

Il Chinappi prende il nome dal patron e chef Stefano Chinappi, ormai consolidato a Roma da oltre dieci anni dopo una lunga tradizione tramandata di generazione in generazione che affonda le proprie radici a Formia dal 1957 dove ancora oggi troviamo l’omonimo ristorante.

Il pescato, inutile dirlo, viene direttamente dalla pescheria della sorella Sabrina, una fra le più grandi del golfo di Gaeta. La conoscenza del prodotto e la maestria nella sua lavorazione fanno da sfondo a tutti i piatti proposti dallo chef. Stagionalità, territorialità e semplicità sono le chiavi di questo ristorante.

Uno dei cavalli di battaglia è il “polpo verace secondo tradizione” servito con patate al forno, capperi e pomodori secchi. Fra gli antipasti, pochi ma unici, oltre ai carpacci come quello di palamita, troviamo dei gamberi gobetti con delle uova blu con menta e scorza di arancia. Uno fra i primi più richiesti è lo spaghetto alle telline sgusciate la cui cremosità è difficile da esprimere a parole.

La carta dei vini selezionata da Stefano si concentra in particolar modo sulle bollicine e sui verdicchi.

Tradizione e qualità lo rendono uno dei migliori ristoranti a Roma.

 

Tempio di Iside – Via Pietro Verri 11

A due passi dal Colosseo, dalla gavetta e dall’unione dei quattro fratelli Tripodi, nasce nel 1999 il Tempio di Iside, Evoluto e riscoperto nel corso degli anni a seconda delle richieste dei clienti, offre oggi una materia prima di qualità sempre fresca acquistata dalle aste non solo del nostro litorale ma anche di quello campano, toscano e pugliese. Il tutto condito con pochi ingredienti ma di eccellente qualità.

I crudi sono il pezzo forte con svariate qualità di ostriche, tartare, carpacci (troviamo ombrina, fragolino, a seconda della stagionalità), frutti di mare. Uno fra quelli cotti più amati è un millefoglie di verza e orata con pinoli e uvetta su fondo di cacio e pepe.

Uno dei cavalli di battaglia è rappresentato da una catalana di crostacei su fondo di patate di Avezzano, pomodoro camone, olive taggiasche e cipolla di tropea.

La carta dei vini spazia anche fra etichette internazionali, per lo più francesi.

Un ristorante a conduzione familiare che offre ospitalità e attenzione ai dettagli. Rimane un punto di riferimento tra i ristoranti a Roma centro.

Il Simposio – piazza Cavour 16

Il Simposio è uno dei locali storici di Roma, ideato da Piero Costantini, proprietario dell’omonima enoteca nata nel 1972 alla porta accanto, una fra le più note in Europa con le sue migliaia di etichette.

Il ristorante inserisce nella carta dei vini circa 500 etichette e su richiesta del cliente, sul sito stesso, è possibile richiedere il vino che si vuole trovare per la cena così da essere “pescato” nell’enoteca affianco.

Dal 2015 la gestione del Simposio è passata nelle mani di Ivano Daffina, calabrese di Vibo Valentia, città sul mare situata al centro del golfo di Lamezia che gli ha trasmesso questo amore verso il pesce e la cucina. Amante della semplicità punta alla valorizzazione del prodotto. Sempre fresco, stagionale, direttamente dal mercato ittico calabrese dove si rifornisce soprattutto per l’altro ristorante bistrot, il Filippo’s, gestito dalla sorella Maria Francesca. Il team quasi al completo calabrese: lo chef Eugenio Orlando, il sommelier Salvatore Solano, ad eccezione della responsabile di sala Carmen Ciccone di Latina.

Il menu è stagionale, infatti spesso la tartare di tonno viene sostituita con quella di ricciola o di palamita a seconda del pescato. Allo stesso modo troviamo diversi accostamenti nel rispetto della stagionalità delle verdure: il totano saltato in padella con il fagiolino corallo in questo periodo estivo, d’inverno è accostato ad una zuppa con i carciofi. I dolci proposti sono delattosati, anche lo stesso tiramisù con dei savoiardi fatti in casa senza glutine.

Sicuramente offre un’esperienza enogastronomica unica.

Acquasanta– Via Aldo Manuzio 28

L’idea nasce nell’estate 2019 da tre amici di Anzio, ora soci: Alessandro Bernabei, Paolo Fiorenza e Giuseppe De Angelis.

Per Alessandro è la prima esperienza, sommelier; Paolo reduce da molte esperienze tra Nettuno e Belgio; Giuseppe detentore da tre generazioni di un’azienda ittica ad Anzio. Il comune intento è quello di portare un’idea di pesce diversa rispetto al panorama romano. Arrivi giornalieri dall’asta di Anzio con i crudi che fanno da protagonisti ma serviti in maniera unica, con salse e polveri. La brigata è gestita dallo chef Enrico Camponeschi. Per la pasticceria la pastry chef Giulia Fusillo.

Una novità introdotta da poco ma già molto apprezzata dalla clientela è lo spaghettone con cozze, acqua di pomodoro, friarielli e peperone crusco. I dolci sono assolutamente particolari, molto spinti negli accostamenti. Come una mousse di ricotta e basilico con pomodoro in due consistenze, in sorbetto e in crema, con un crumble al cioccolato per richiamare la pizza. O ancora un plin di pera caramellata e crema di gorgonzola con latte, per un contrasto tra dolce e salato.

La carta dei vini proposta predilige piccoli produttori e  vini naturali. Conta circa 150 etichette uscendo anche fuori dall’Italia toccando la Francia, la Spagna e la Germania. Due menù degustazioni con vini annessi, uno da 5 portate da 55 euro e uno da 8 portate da 70 euro. Per la situazione covid hanno deciso di integrare un terzo menu più accessibile con 3 portate da 40 euro. Oltre ai crudi, il loro must è il polpo, prima bollito e poi scottato, sempre in carta e accostato alla verdura in base alla stagionalità.

Uno fra i migliori ristoranti di pesce a Roma per innovazione.

Le Quattro Monete – Via dei gelsi 24

Aperto dal 2004, prende il nome dai fondatori, un padre e tre fratelli di cognome Moneta.

Famiglia di pescatori cresciuta tra i trabocchi e la pesca, dai bisnonni ogni tradizione è stata tramandata fino all’attuale patron e chef Fabrizio Moneta.

Sempre alla ricerca di nuove ricette ed idee propone un’esperienza gustativa di livello in uno dei quartieri di Roma che si stanno più rivalutando, Centocelle. Lo staff, nonostante il locale abbia una portata di circa cinquanta coperti, è molto numeroso. La brigata è composta da sette persone, più altre cinque persone in sala. Il pesce viene ogni giorno dalle aste del nostro litorale. Parliamo di Anzio e Civitavecchia, per poi recepire alcuni prodotti specifici dalla Sicilia o dalla Costiera.

Il menu è ricco e variegato, sempre in evoluzione e stagionale.

Per darvi un’assaggio: un timballo con baccalà e olive taggiasche e mozzarella; fiori di zucca ripieni con gamberi scampi e totani lardellati; mini supplì alla pescatora con salsa barbecue home made e varie salse e spume, mousse di accompagnamento. Tutto sfizioso, profumato e colorato. I primi piatti più amati sono lo spaghettone con telline e cannolicchi(già tutti sgusciati e bottarga), la linguina con i crostacei, dei ravioli ripieni di scampi e gamberi con salsa ai pistacchi. La carta dei vini predilige etichette nazionali e grandi maison rinomate. I dolci sono tutti fatti in casa, direttamente da Fabrizio, abile pasticcere. Prepara infatti dei tiramisù evitando l’uovo crudo, sia classici che col pistacchio ed elabora in continuazione sfiziosità per i più golosi come un dolce che ricorda lo sneakers.

Quattro Monete fra i migliori ristoranti di pesce rappresenta continua ricerca per un gusto memorabile.

Il Pescatorio – Via Virginia Agnelli 91/93

Il Pescatorio nasce esattamente il 31 maggio 2014 dall’unione di Emanuele e Simona, marito e moglie. Lui sardo, nato e cresciuto fra le barche di Sant’Antioco e coinvolto nella pesca dal papà sin da piccolo, è un amante della flora e fauna marina. Nonostante la passione per la musica e una carriera avviata che lo ha portato in giro per il mondo, ha pensato di associare la propria competenza nel settore per spalleggiare la moglie romana, eccellente cuoca che dopo aver avuto un ristorante in Brasile ha iniziato a cucinare come chef a domicilio. Lui addetto alla materia prima e lei alla sua lavorazione. Un’unione più che vincente.

Inizialmente pensata come gastronomia ricercata di pesce take away e pescheria, dato il successo si è trasformata in un bistrot champagneria con sala interna e dehor esterno. Sei chef in cucina in totale sinergia, due maitre in sala di cui uno sommelier. Le aste a cui attingono sono Anzio, Fiumicino, Port’Ercole, Porto Santo Stefano, Terracina, a seconda della stagionalità.

Tra i piatti che hanno visto nascere il locale troviamo un salmone bio scozzese sfilettato e marinato per 72 h sotto sale marino integrale e zucchero di canna con scorze di agrumi poi carpacciato e condito con una salsa emulsionata di olio, succo d’arancia e pepe.

Tra i primi storici troviamo una paella, una vera paella valenciana col riso bomba ai frutti di mare. E ancora un secondo che fa da bandiera del locale totalmente ideato da Simona: calamari e mazzancolle arrostiti su plancha con verdurine croccanti di stagione saltate in wok, il tutto condito con una salsa di pesce tutta dal sapore orientale.

I dolci semplici ma essenziali. Come il cannolo croccante di mandorle farcito con una spuma di ricotta di capra ai frutti di bosco. Il menu oltre a cambiare ogni tre mesi è diverso per ogni orario. Un menu per il pranzo, uno per l’aperitivo con dei taglieri di pesce inimitabili e uno per la cena.

La carta dei vini premia piccole aziende e piccoli produttori importanti, in armonia con lo stile del locale. Piccoli vignerons, grandi maisons e grandi cuvèe. Racconti di storie di agricoltura eroica e storie di casa, tutto disponibile anche alla mescita.

Il Pescatorio fra i migliori di pesce a Roma è una vera scoperta!

Hi-Res High Restaurant – Via della Fontanella 15

L’HI-Res High Restaurant e Terrace lounge è un ristorante dal design contemporaneo situato sulla terrazza dell’Hotel Valadier. La vista esclusiva su Piazza del Popolo e Villa Borghese lo rende un posto magico.

Lo chef Luca Cardinetti in una splendida cucina a vista propone un menu ricercato con numerose proposte. Da non perdere il crudo di mare, in particolar modo di tonno, gamberi rossi, scampi, dentice e ricciola, e lo spaghettone alle vongole veraci affumicate.

Ristorante d’eccellenza per le materie prime esaltate dall’abbinamento con i vini della cantina con più di 600 etichette.

Trattoria del pesce – Via Folco Portinari 27

Federico Circiello patron, direttore e sommelier inaugura nel novembre 2011 la Trattoria del Pesce in zona Colli Portuensi.  Il nome “trattoria” potrebbe ingannare.

La qualità del pesce e del gusto dei piatti è di alto livello. La materia prima viene recepita quotidianamente dai porti laziali offrendo sempre un menu stagionale. Ogni piatto è servito con cura, ogni dettaglio non è lasciato al caso, come del resto gli ingredienti base come l’olio della Sabina e i sali delle Hawaii.

Tra i primi di punta possiamo trovare degli scialatielli fatti in casa trafilati al bronzo con scampetti di Anzio, limone, menta e rum Jamaica oppure uno spaghettone di Gragnano con alici di Ponza, pecorino romano e pomodorino vesuviano o ancora dei cavatielli di Avellino con ragù bianco di moscardino al profumo di vino rosso e pecorino romano. Fantastiche le grigliate di pesce fresco del Mediterraneo o di gamberi rossi. Anche i dolci, semplici ma gustosi, fanno la loro parte, coma la spuma di ricotta alla cannella o il tortino caldo al cioccolato Valrhona. Semplicità e gusto sono le parole chiave.  La carta dei vini proposta da Federico seleziona etichette di vini nazionali ed internazionali, il tutto in perfetta armonia con i piatti proposti.

La trattoria del pesce non si smentisce.

Livello1 – Via Duccio di Buoninsegna 25

Livello1 nasce nel 2016 dall’idea di Emilia Branciani di creare un ristorante di alto livello con pescheria annessa. Coadiuvata dal socio e compagno di vita Claudio Montingelli, reinventandosi  hanno creato da zero in nemmeno due mesi un ristorante di “livello”. Lei forte della sua esperienza come interior design ha plasmato con classe un ambiente sobrio ed elegante. Le aste a cui fanno affidamento sono Anzio e Gaeta.

Il pesce, sempre fresco, viene anche venduto al dettaglio alla pescheria, esattamente accanto al ristorante, chiamata “La Pescatoria” dove anche lì, con una formula easy da dieci euro è possibile mangiare piatti semplici ma freschi.

Il team è composto dal direttore di sala nonchè sommelier  Andrea Lombardo, anche lui con loro dal 2016, da sei chef capeggiati da Mirko di Mattia e da cinque camerieri in sala.  Lo stesso Andrea ha impostato una carta dei vini  dinamica che conta circa 150 etichette premiando vini autoctoni, di cui due terzi bianchi. Alessandro Frau, new entry nello staff come barman ha ideato invece un percorso di cocktail chiamato “Otto peccati capitali”. L’offerta dei crudi è particolare, raffinata e creativa. Uno fra i primi che spicca è lo spaghettone alla carbonara di mare con ricci. Un secondo davvero gustoso consigliato è la coda di rospo con crema di patate e fondo di mare alla cacciatora. I dolci altrettanto singolari, sono ideati dalla chef Alice. Come il dessert mattarello che lo riproduce a regola d’arte. Un’esplosione di gusto e consistenze tra frolla, semifreddo e panna.

Un menu e in generale un ristorante sempre in evoluzione e tutto da scoprire.

Taverne Trinacria -Via Scribonio Curione 42

Taverne Trinacria è una bomboniera nel quartiere tuscolano che ospita poco più di trenta coperti all’interno e ora venti all’esterno. Patron, responsabile, mentore della cucina, sommelier, Diego Comito rappresenta l’animo di questo ristorante. Il nome deriva da una lunga storia di famiglia nell’ambito alberghiero e della ristorazione al sud della Sicilia, a Gela, e poi a Roma, la passione per la cucina direttamente dalle mani sapienti del papà, in onore del quale Diego ha proseguito la tradizione culinaria abbandonando una carriera da musicista nel mondo Jazz. Non mancano infatti serate organizzate a tema dove il locale ospita esponenti jazz rilevanti.

La cucina è affidata a Manolo Butteroni e alla sua brigata, i quali si sbizzarriscono con gli innumerevoli “giocattoli gastronomici” offerti dalle terre siciliane, così definiti dal proprietario. Uno fra i piatti caratteristici è la linguina con crudità di tonno appena marinato in maniera espressa con pistacchio, agrumi e olio trapanese. O ancora un tonno alla palermitana panato, cotto alla griglia servito con maionese di alici e cipolla rossa in agrodolce ed ancora una caponata di pesce spada e melanzane. Il pesce viene selezionato dalle aste di Mazzara, Gallipoli, Anzio, Fiumicino, Gaeta, Catania e a volte anche dall’Adriatico. I crudi sono dunque la punta di diamante del locale.

La filosofia dell’accoglienza, alla quale Diego presta molta attenzione, consiste nella trasposizione del salotto del cliente all’interno del locale. La carta dei vini conta una sessantina di etichette fra rossi e bianchi. Ottima qualità/prezzo. Tra i migliori ristoranti di pesce rappresenta casa.

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