In uno dei quartieri più suggestivi di Roma, il primo laboratorio nipponico della Capitale porta in città la tradizione asiatica in stile wagashi
Si chiama Hiromi Cake ed è la prima pasticceria tradizionale giapponese ad aprire a Roma, a Prati. In un’ambientazione ispirata al tipico izakaya, ovvero il negozio di sakè in cui durante si consuma stando seduti, gli ospiti potranno godere del cerimoniale del tè accompagnato dalle creazioni della pastry chef Hiromi in pieno stile wagashi.
Questo particolare frammento della millenaria cultura nipponica prevede la degustazione del tè insieme ad una piccola opera d’arte di pasticceria, un elemento essenziale per questo imprescindibile rituale in tutto il Giappone. Come detto, l’aspetto e la presentazione sono caratteristiche fondamentali: dietro i dolci di Hiromi si cela un’intuizione propriamente artistica a cui segue una preparazione lunga (a volte un’intera giornata) volta alla presentazione perfetta, in cui la vista ed il palato vengono appagati in eguale misura. Ed il gusto è proprio quello della memoria giapponese: farina di riso, fagioli azuki, patate dolci, sesamo, soia, agar-agar (la gelatina vegetale di alghe) e per finire un uso ridotto dello zucchero.
Con questi ingredienti tipici Hiromi riscrive la tradizione seguendo un suo racconto personale, ma senza mai alterarne i fondamenti. Tra le peculiarità di Hiromi Cake c’è la possibilità per i clienti curiosi di poter osservare direttamente il laboratorio di pasticceria e seguire passo dopo passo la creazione dei dolci. Un laboratorio che, infine, sarà tutto in rosa: altre tre ragazze giapponesi affiancheranno la chef Hiromi nella preparazione delle sue piccole, ma essenziali, opere d’arte.
