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Grillo: continua il movimento di diffusione culturale promosso dal Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia: alla volta del vitigno  tra i più importanti dell’isola

 Ibridai il Catarratto comune di Sicilia collo Zibibbo, per ottenere un ibrido colle virtù miste dell’uno e dell’altro progenitore, per potere fabbricare un Marsala più aromatico

Barone Antonio Mendola, 1904

Risalire alla nascita del Grillo è un compito piuttosto arduo poiché le sue origini sono incerte. Le prime citazioni riguardo al vitigno, risalgono solo all’inizio del secolo scorso. 

Mendola, nobile e letterato siciliano che si dedicò soprattutto all’ampleografia, alla viticoltura, all’enologia e all’agronomia, eseguì migliaia di innesti di vite, creando ibridi di valida produzione. Uno di questi fu proprio il Grillo, nato dal Catarratto e dallo Zibibbo, entrambi vitigni siciliani a bacca bianca. 

Nonostante non fosse preso in considerazione negli studi e nei manuali vitivinicoli di fine ‘800, la sua fama cominciò a essere nota agli inizi del ‘900 con i reimpianti post fillosserici. La sua diffusione si incentrò soprattutto nella provincia di Trapani.

Grillo, dai fenici agli innesti di Mendola

In realtà, la storia vitivinicola siciliana vanta origini antichissime. Recenti studi hanno dimostrato che furono i Fenici, abili mercanti e navigatori, a introdurre questa attività tra l’VIII e il VII secolo a.C.

Anfore, brocche, coppe e ceramiche rinvenute, dimostrano che in quell’epoca esisteva un fiorente commercio di vino nel Mediterraneo, probabilmente un vino dolce derivante da uve sovra mature.

Sembra la trama di un racconto, una fiaba che viene raccontata al tramonto, sulla terrazza del ristorante ‘I Bucanieri’, un belvedere sul porto di Marsala. Illuminato dalla luce del faro e con il tintinnio delle barche a vela a fare da sottofondo, il Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia dà ufficialmente il benvenuto a giornalisti e specialisti del settore: ‘Discovery Grillo’, una tre giorni caratterizzata da degustazioni, masterclass, convegni e visite guidate.

Nascita della DOC Sicilia e del Consorzio

Facendo leva sulla storia e sulla viticoltura, nel 2011 venne riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata Sicilia dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. L’anno seguente, nacque il Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia che, tutt’oggi, valorizza e salvaguardia la produzione vinicola dell’isola.

Il Grillo entrò a far parte della DOC Sicilia centro – occidentale anche se, negli ultimi anni, si sta diffondendo in tutta la regione per la produzione di vini bianchi. 

Oggi la DOC Sicilia mette in atto azioni e interventi di tutela dei prodotti del territorio, rispettando il proprio Disciplinare di Produzione, garantendo la qualità regionale e del Made in Italy.

Il Consorzio mira a rafforzare l’identità dei propri vini, migliorandone la qualità, l’immagine e anche il mercato. 

Nelle sue parole, il Presidente del Consorzio dichiara:

“Da sempre la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato. Il progetto a sostegno del ‘Vigneto Sicilia’ diventa per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e siamo orgogliosi di poterlo sostenere a fianco delle altre istituzioni coinvolte. Ogni giorno lavoriamo per comunicare al meglio il sistema ‘Sicilia Doc’ come produttore di eccellenza dei vini contemporanei, a fianco dei nostri produttori e delle nostre aziende così che possano essere sempre più competitive sui mercati di riferimento”.

DOC Sicilia: l’obiettivo è la produzione biologica

La Sicilia, oltre a vantare un vitigno di circa 98.000 ettari (pari a quelle tedesco, sudafricano e tre volte quello della Nuova Zelanda), è la prima regione italiana per area agricola dedicata alla produzione biologica. Stesso discorso vale per la vite.

  • Un vigneto in espansione

Si può considerare il Grillo come una peculiarità di tutta la Sicilia, come dimostrato anche durante la degustazione ‘alla cieca’ di Baglio Oneto, in un’antica masseria, oggi divenuta luxury wine resort. Dall’alto di una collina, tra vigneti, ulivi, gelsi e fichi, si respira ancora l’aria settecentesca con i propri profumi e sapori tipicamente siciliani.

Durante la masterclass sull’annata Grillo 2021 (annata prolifica per il vitigno che conta un aumento dell’imbottigliamento del 26% rispetto al 2020), diretta da Antonio Rallo e dall’enologa Lorenza Scianna, sono stati assaggiati sei vini diversi, provenienti da altrettante province differenti.

Da Palermo a Caltanissetta, passando per Ragusa, Siracusa e Agrigento, per tornare infine nella provincia di Trapani. Tutti questi vini presentano un colore che va dal giallo paglierino al giallo intenso, con riflessi verdolini più o meno vivaci. All’olfatto presentano note di frutta a polpa bianca e frutti tropicali, con profumi di fiori gialli, di agrumi e di spezie tipiche della macchia mediterranea. Il gusto è fresco, intenso e tagliente, con una piacevole acidità; talvolta è morbido e avvolgente, oppure iodato con sensazioni marine.

Una filiera biodinamica

Gli effetti dell’agricoltura biologica promossa dalla fondazione SOStain, si vedono nella vigna di Petrosino che si affaccia sul mare e dove si respira un’aria salmastra. La biodiversità è espressa tra i filari (bassi e ad alberello). Qui vige il divieto del diserbo chimico.

Il discorso della sostenibilità si proietta anche nell’imbottigliamento: dall’azienda Sarco, centro di recupero e trattamento, il vetro pronto al forno passa all’O-I Marsala, vetreria che svolge il progetto ‘Una bottiglia a km 0’. Oggi, da questo stabilimento, escono bottiglie prodotte con il 90% di vetro riciclato.

I colori e i sapori della Sicilia sono racchiusi nel Grillo, un vitigno versatile che si adatta a tutto il territorio dell’isola. Il giallo del sole, i profumi della frutta e dei fiori bianchi, le spezie della macchia mediterranea, la mineralità delle rocce e lo iodio del mare: in un solo bicchiere di vino si sentono la fertilità e la prosperità di questa terra, l’indole siculo e le trinacrie perversioni ma anche la prodezza della regione nel seguire uno stile ecosostenibile.

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