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Il 28 marzo, il famoso ristorante della capitale ha ospitato un vero e proprio evento di degustazione. In degustazione quattro vini davvero speciali.

Nel cuore di Roma si nascondono tanti piccoli gioielli. Alcuni sono famosi, altri poco conosciuti, ma ognuno di loro porta una luce in più nella città eterna. Passeggiamo quindi tra i tanti locali che si intravedono nelle vie affollate da tantissima gente. Nel camminare sbuchiamo al Pantheon. Quale cittadino romano non lo conosce? Intorno allo storico monumento un fiume di turisti tempesta la piazza, creando dei veri e propri torrenti di persone che lasciano il visitatore meno esperto disorientato. Ma noi sappiamo bene dove andare, perché uno di quei gioielli citati si trova proprio nelle vicinanze.

Arriviamo, così, al ristorante Fortunato al Pantheon, storico locale che ha ospitato tanti volti famosi italiani e non. All’ingresso ci attendono per guidarci verso un viaggio di degustazione sensoriale che ci porta a visitare i tre principali spazi del locale: la “pescheria a vista”, il wine-bar e la grande sala. Nella prima parte subito veniamo colpiti dall’abilità degli chef Luca Cicchinelli e Giuliano Villella, che preparano i piatti davanti ai nostri occhi in abbinamento con uno dei protagonisti della serata, il Calanchi di Vaiano, vino 100% Chardonnay di Paolo e Noemia D’Amico.

Dopo aver finito  i nostri carpacci di gambero e tartare di tonno rosso passiamo a una delle bellezze del locale, l’enoteca. Qui ci colpisce molto il design, ben diverso e più moderno rispetto al resto del locale. Ci sediamo al nostro tavolo aspettando le prossime prelibatezze e ci accorgiamo di una cosa. Dietro di noi, in una vetrina, sono esposti tantissimi vini diversi, con delle etichette elettroniche. Il personale ci sorride, divertito dal nostro stupore non appena vediamo che, utilizzando una tessera particolare, esce il vino selezionato da eleganti rubinetti attraverso un sistema chiamato Enomatic.

Questo permette di mantenere intatto il contenuto delle bottiglie per oltre tre settimane dalla loro apertura. Ci porge così il nuovo protagonista della tavola, il Notturno dei Calanchi, 100% Pinot Nero sempre di Paola e Noemia D’Amico. È proprio questo il vino che ci stupisce di più. La sua insolita delicatezza ha risvegliato in noi sensazioni che non sono state eguagliate dagli altri assaggi della serata. Al primo sorso l’ambiente circostante sembrava essere scomparso, come se fossimo stati catapultati dal wine-bar a una radura illuminata dalle stelle del cielo notturno.

Il nome quindi è davvero azzeccato. Peccato che non si sia potuto continuare con questo vino, ma giustamente bisognava dare spazio anche alle altre due eccellenze. Così, siamo passati alla sala grande. Il Falesia, 100% Chardonnay, e l’Atlante, 100% Cabernet Franc, hanno avuto la scena in quest’ultima parte dell’evento, accompagnati da un risotto al nero di seppia e dagli spaghetti alla carbonara. Si è sentita un po’ la mancanza dei signori D’Amico durante la serata, ma a fare le loro veci è stato l’abilissimo Enologo e Agronomo Guillaume Gelly, che ha accompagnato il nostro percorso sensoriale tra piatti fantastici e vini memorabili.



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