A San Basilio c’è la fabbrica di Armando Bomba, il liquorista che con il suo Formidabile ha conquistato anche il mondo della mixology
Un bellissimo esempio di come pazienza e determinazione portino a centrare i propri obiettivi. Armando Bomba forse lo sapeva cinque anni fa quando ha messo a punto la ricetta Formidabile, l’amaro di Roma. Tra le prerogative del liquorista Bomba quella di non volersi affiancare o fare concorrenza alle grosse case produttrici. “Non avrei potuto neanche competere, quindi la decisione è stata di produrre qualcosa di particolare”. Nel suo liquore ha più di 20 ingredienti, tra cui si riconoscono genziana, carruba, china, rosa di Damasco e diverse radici ma non la liquirizia come conferma lo stesso Bomba; il tutto in un equilibrio perfetto di sapori lontani dal gusto balsamico che lui stesso non ama preferendo, invece, una nota leggermente più agrumata.
Come nasce Formidabile?
“Premetto che la mia esperienza nel settore della ristorazione è di lungo corso. Dopo aver vissuto diversi anni lontano da Roma ho deciso di tornare. In quella fase ho ripreso in mano tutto ciò che avevo imparato come liquorista, dedicando attenzione particolare agli amari italiani e francesi. Sono stati cinque anni di prove e tante difficoltà, poi ho aperto a Roma”.
E i risultati?
“Per questo tipo di impresa, direi a carattere individuale, passare dal primo lotto di circa 500 bottiglie produrre a 20.000 in soli quattro anni è un successo enorme. L’intento era soddisfare, con un nuovo sapore, più persone possibili. É stato pensato come un prodotto trasversale agli amari industriali”.
Cosa ha ispirato la scelta dei caratteri futuristi?
“Avevo deciso di usare un packaging un po’ retrò ma senza andare troppo indietro nel tempo. Il periodo storico doveva essere ben definito e per me era quello dell’epoca futurista. Anche il nome Amaro Formidabile richiama quegli anni. Una sorta di esasperazione, di velocità, anche nelle affermazioni. É stato rischioso ma ha funzionato, pur rievocando un momento storico particolare, anche il naming che non è scaduto nel semplicistico abbinamento al Ventennio”.
Cosa pensa sul futuro degli amari?
“E’ una bevuta che si sta riscoprendo, e molto grazie alla sua grande tradizione e alla possibilità che offre in miscelazione. A differenza di altri liquori, non credo che avrà una flessione negli anni a venire, non è una moda. Questo rilancio lo dobbiamo anche ai barman americani che lo hanno iniziato ad utilizzare: in America si incominciano addirittura a vedere produzioni col nome amaro made in Usa”.
Cosa non deve mancare tra gli ingredienti?
“Vorrei invece dire che cosa non ci deve essere: l’esasperazione. Non credo che vadano ipercaratterizzati. La gradevolezza data dalle note amare e agrumate è quella che preferisco. Nel Formidabile ci sono più di venti ingredienti, mentre molti possono essere fatti con meno della metà”.
Quali sono i passi per la degustazione?
“Secondo me, va lasciato liscio. Possiamo farlo anche prima del pasto e non solo alla fine. Questo in particolare con il Formidabile che grazie alle sue note amaricanti si avvicina a quelle di un aperitivo, svolgendo la funzione di preparazione al pasto. Prima della degustazione c’è l’analisi olfattiva”.