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Juliana Moustakas, la proprietaria, ha scoperto nel suo appartamento la passione per la cucina. Questa è l’atmosfera che vuole riproporre, aiutata da bevande fermentate, infusi, distillati e vini d’autore

Flat Three è un locale particolare che si trova a Londra, precisamente in Holland Park Avenue. Combinando il meglio dei prodotti britannici con sapori coreani familiari alla proprietaria Juliana Kim Moustakas, profumi mediterranei della Grecia e l’ispirazione della più alta gastronomia giapponese, lo chef Joe Timarchi crea piatti intriganti e gustosi, tratti dalla cucina delle sue origini, quella peruviana.

Il menu è realizzato con una forte enfasi sulla fermentazione, vera passione di Juliana, il cui percorso è iniziato nella cucina del proprio appartamento, il Flat Three, per l’appunto. Una cucina che, però, spesso lascia spazio ai drink del locale, molto fusion e vero pezzo forte del posto. Cominciamo dalle kombuchas che vengono abitualmente proposte in abbinamento non alcolico con il menu degustazione. Ma cosa sono? Le kombuchas hanno una storia plurimillenaria che affonda le radici nell’antica Cina, dove venivano chiamate “elisir immortale” e sono un prodotto della naturale fermentazione del tè, di infusi o di succhi con l’aiuto di una determinata specie di batteri. Inoltre, al Flat Three, adoperando tutti i componenti della frutta, dalla polpa alla pelle, si ottengono bevande creative piene di sapore come succhi, tè, infusi, idromeli e fermentati di levistico e zenzero. Di yuzu e verbena o omija con pepe nero, di foglie di fico e via dicendo, che in modo piacevole e non scontato accompagnano i piatti di Joe.

Tra le proposte alcoliche spicca la collaborazione con la Distillery dei famosi Kew gardens di Londra e l’utilizzo del loro Organic Gin. Così è nata la lista di signature cocktails “Kew Gin + Flat Three succhi e kambuchas” che cambia ogni stagione, con in appendice gli home-made liquori come quello di pera, liquirizia e kombu. Non sarà apprezzata di meno, dagli amanti del distillato giapponese, la lista dei sakè: un vero fiore all’occhiello di questo esercizio filo nipponico. E per quelli che non s’immaginano un pasto senza vino, c’è una bellissima selezione dei “vini d’autore”. Si tratta di gemme preziose, selezionate personalmente dallo staff in giro per il mondo: piccole cantine, interpretazioni lodevoli di terroir, uve che sposano bene la cucina fusion del locale. E che compongono, quindi, la terza lista di bevande alcoliche.

Siete curiosi delle proposte di abbinamento con piatti bandiera come Pastinaca, granola maltata e mandorle fermentate o Bergamotto, meringa e olio d’oliva? Chiedetelo a Juliana. Ah, e, naturalmente, raccontatelo poi a noi!

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