Locale confiscato alla criminalità organizzata. Restituito ai cittadini. Dedicato alla buona cucina con pizza, all’inclusione sociale e alla cultura. Il tutto gestito da La Fabbrica di Olinda, Cooperativa Sociale. Ecco a voi Fiore, cucina in libertà.
Fiore, cucina in libertà
Piantato 4 anni fa su un terreno confiscato alla criminalità organizzata, Fiore – Cucina in libertà, è un seme che oggi sboccia e racconta, al di là della sua storia, una buona cucina. Il locale si trova all’ingresso di Lecco. Era proprietà del boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato. Confiscato nel 1992 in seguito al suo arresto, nel 2006 l’immobile passa al Comune con l’intento di farne una pizzeria. Nel’anno 2011 – insieme a Libera di Lecco – diventa il progetto di una pizzeria della legalità. Nel 2014 entra nel gruppo Regione Lombardia. Nel 2015 vengono completati i primi lavori di ristrutturazione. Arriviamo al 2016 quando, in seguito a un bando, viene definitivamente affidata la gestione all’associazione temporanea di scopo (Ats), composta dalla cooperativa sociale La Fabbrica di Olinda di Milano, da Arci Lecco e Auser Lecco.
La cucina
Quella di Fiore, per quanto il pay-off reciti “Cucina in libertà”, resta innanzitutto una cucina chiara e comprensibile. Tre ingredienti portanti per ogni piatto, che combinati ad arte oltre che dar vita a ricette gustose, li rendono interessanti. Stagionalità è il primo mantra, leggerezza il secondo a cui lo chef ama unire il gioco dei colori, sempre nell’ottica di dare valore al cibo come nutrimento e alimento sano. La carta è formata da 16 piatti e 9 tra pizze e focacce, impastate utilizzando farine bio di tipo 1 con lievito madre e a lunga lievitazione. All’interno della carta è sempre presente una portata vegana per ogni tipologia di piatto, antipasto, primo, secondo, dessert e anche pizza, studiata con il desiderio di proporre piatti “positivi” in una logica etica ma nello stesso tempo di bontà. Una breve carta dei vini e delle birre artigianali accompagna i piatti di Fiore.
Il luogo
Gli architetti progettisti Claudio Lopasso e Carlo Carbone hanno trasformato questo luogo inizialmente inospitale. Il locale doveva rinascere visibilmente senza cancellare alcune tracce del passato. Protagonisti di oggi, i libri, simbolo di cultura e condivisione del sapere che i cittadini di Lecco sono stati invitati a donare il giorno dell’inaugurazione quali mattoni del nuovo Fiore. La loro disposizione sulle lampade e sulle pareti, non è casuale. Solitamente i libri si ripongono su uno scaffale con il dorso in vista per poterli scegliere. Qui invece sono disposti come oggetti vivi da ammirare. Una proposta dal forte valore simbolico ed estetico. Tavoli e panche in legno chiaro sono distribuiti sui due piani del locale, rendendolo accogliente e “leggero”, con una vena nordica. Un piacevole dehors dal soffitto vetrato nella terrazza esterna dà la possibilità di pranzare e cenare anche all’aperto.
La squadra
Fiore è innanzitutto una collettività, una squadra resa possibile grazie ai sostenitori del progetto “I sapori e i saperi della legalità e dell’inclusione sociale” studiato appositamente per far rinascere questa realtà dal passato ingombrante. Il progetto si articola su tre livelli: imprenditoriale, sociale e culturale. La squadra è guidata da Giorgio Antoniella, cuoco originario di Terni, supportato da Raffaele Mattei che rappresenta l’anello di congiunzione tra Fiore e la Fabbrica di Olinda a Milano. Con loro lavorano in sala Francesca Perra, responsabile di sala, Jacopo Ben Hammar, caposala, Ngane Ndiaye, Gisella Castro e Alma Murri in sala, Haris Saeed, Benito Sulmonte, Riccardo Florio e Fatumata Sagna in cucina: undici storie diverse, undici provenienze, undici età confluite in una squadra energica, solare e competente, capaci di suonare all’unisono come gli strumenti di un’orchestra.