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Emidio Pepe. Dall’Ottocento ai giorni d’oggi, la tradizione del buon vino delle Colline Teramane

By Febbraio 15, 2019No Comments

In un territorio particolarmente vocato alla produzione dell’uva, si produce vino con sistemi rimasti quelli di un tempo con un occhio alle innovazioni

Nato alla fine dell’Ottocento dal nonno dell’attuale proprietario ed omonimo Emidio Pepe , dal 1964 il marchio “Pepe” è sinonimo di espressione territoriale. L’azienda è a conduzione familiare e le figlie Daniela e Sofia , insieme alla nipote Chiara, hanno mantenuto nel tempo la tradizione portando avanti i segreti dei genitori ma guardando oltre: dopo aver abbracciato in tempi non sospetti la via biologica, oggi su 15 ettari di coltivazione vengono usate le tecniche dell’agricoltura biologica e biodinamica. Situata a 12 km dal mare in linea d’aria e a 20 dalla montagna, può dunque sfruttare questa grande caratteristica dell’Abruzzo, regione dove in pochi chilometri si possono appunto trovare mare e montagna e giovare di un particolare microclima. Nelle colline teramane c’è la DOCG perché è una zona particolarmente vocata alla produzione dell’uva.

L’esperienza del padre di Sofia e Daniela si è formata nel tempo conoscendo questo territorio, questo clima e queste piante e negli anni lui ha cercato la via migliore per ottenere il massimo da questa situazione. In cantina in vendita ci sono oltre 40 annate di Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo, grazie anche al fatto di aver mantenuto sempre gli stessi metodi di vinificazione: ad esempio dopo 50 anni l’uva bianca viene pigiata ancora coi piedi e la rossa diraspata a mano. Aggrappati fortemente alla tradizione dunque: grande il rispetto di come si faceva una volta il vino, naturalmente sempre guardando a migliorarsi utilizzando anche tutto ciò che le innovazioni offrono.

Nei metodi di vinificazione però nell’azienda Pepe non hanno mai cambiato nulla, si cerca oggi semplicemente di capire il perché il vino si comporti in un certo modo: durante la fermentazione si sta lì con il microscopio a guardare tutto ciò che succede, vengono fatte più analisi di quelle che si facevano una volta, in cantina c’è una massima attenzione alla pulizia, per cui si continua a fare gli stessi gesti che la tradizione ha insegnato però utilizzando i metodi che la modernità dei giorni di oggi permette … Innovazione senza interferire però con i metodi di vinificazione coi quali il padre di Sofia e Daniela aveva iniziato.

“Fare un vino naturale per noi è fondamentale”

– Sofia Pepe –

Il vino è tutta la vita per Sofia Pepe: il padre ha iniziato 50 anni fa, figli ed anche i nipoti già da piccoli hanno cominciato a respirare l’aria della vigna e della cantina da piccoli per cui si può dire che siano nati in mezzo al vino. Oggi si ritrovano grandi che il vino è parte di loro. Quando vanno in giro a fare le degustazioni e dimostrazioni semplicemente raccontano la loro vita, come si rapportano con la vigna e la natura. Due fattori alla base del successo dei vini di Emidio Pepe: la genuinità e la longevità. Non viene infatti usato nessun prodotto chimico né in vigna né in cantina, c’è una massima attenzione al rispetto del vitigno senza influenzarne l’evoluzione. Fare un vino che invecchi 40-50 non è poi cosa così semplice, necessita di grande scrupolosità nel curare ogni minimo dettaglio ed ogni piccolo passaggio, ma Emidio Pepe con Sofia e tutti i collaboratori sono riusciti ad ottenere prodotti che dopo tantissimi anni raccontano ancora la loro storia perché sono vivi e naturali. Il Montepulciano e il Trebbiano rappresentano l’Abruzzo non solo in Italia ma in tutto il mondo: Pepe è identificato maggiormente per il Montepulciano, ma anche per il Trebbiano.

Si producono anche un po’ di Cerasuolo ed il Pecorino, ma emblematico che il padre di Sofia Pepe sia stato definito da alcune riviste specializzate “Mr Montepulciano”. Tornando all’impronta tradizionale che caratterizzi i vini di Emidio Pepe, l’etichetta sulle bottiglie è ancora oggi quella che il padre di Sofia mise tantissimi anni fa. All’epoca dei suoi inizi lui amava molto viaggiare ed in Francia vide delle etichette che lo colpirono e ne cercò di ricreare lo stile. Il fatto che sia rimasta la stessa anche dopo tanto tempo comunica che c’è stata coerenza nella filosofia dell’azienda.

Molta considerazione viene data anche all’annata di un vino: è la prima cosa che si nota sulle bottiglie di Pepe perché è come se la bottiglia stessa ti dicesse “io rappresento proprio quell’annata che è diversa da un’altra”. La natura ogni annata genera infatti una situazione diversa ed ognuna ha dunque una storia diversa. Fare una passeggiata a giugno la sera su un vigneto Pepe significa vederlo illuminato dalle lucciole: questo indica un terreno sano e vivo. Rispetto per l’ambiente in primo luogo: come lo si tratta poi lo si ritrova per i propri figli dunque è un aspetto fondamentale per la condotta aziendale. Pannelli fotovoltaici, serbatoi che raccolgono l’acqua piovana da poter utilizzare per irrigare i giardini e gli orti (si semina infatti anche il grano), ogni dettaglio è importante per perseguire lo scopo di mantenere un ambiente sano.

Obiettivo prossimo per Sofia Pepe è ampliare non la quantità di produzione, ma i mercati, guardare cioè sempre più all’estero. È iniziata anche la produzione della Pasta Pepe di grano Senatore Cappelli, fatta con un grano antico che ha una spiga altissima 1.70-1.80 mt e viene prodotto senza uso di diserbanti e pesticidi perché le spighe alte fanno sì che le erbe infestanti non nascano perché vengono soffocate da queste spighe così alte. Viene fuori una pasta particolarmente buona perché viene macinato tutto il chicco non solo la parte centrale, dunque una semi integrale dove c’è la crusca, c’è il chicco, il germe c’è tutto ed è molto più digeribile. Si punta perciò su questi prodotti per completare la “Filosofia Pepe” di continuare ad offrire prodotti genuini.

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