Produrre cinque vini differenti che rispecchiano il loro alter ego. Questo il grande obiettivo
Cinque giovani soci proveniente da cinque regioni ed eccellenze viticole diverse; un vino che rappresenta l’alter ego di ognuno di loro; un concept grafico, figlio delle più nuove generazioni. Sono questi gli elementi caratteristici dell’azienda vinicola Ferro 13, nata nell’aprile del 2015, da una grande passione, quella per il buon vino e dal desiderio di creare un prodotto di qualità fruibile sia per i grandi e più esperti amatori, sia per i neofiti. Abbiamo intervistato Gabriele Stringa, il suo vino è il Negroamaro pugliese e lui è l’hipster del gruppo, ma Ferro 13 è anche l’hacker di Federico Migliorini, Sangiovese di Toscana; il Nerd di Alberto Buratto, Nero d’Avola di Sicilia; l’hashtag di Alberto Zampini, Sauvignon Veneto; il gentleman di Marco Bernabei, Pinot Nero dell’Oltrepò pavese. L’obiettivo di Ferro 13, come racconta Gabriele Stringa, è quello di “cambiare la percezione del vino partendo anche dall’aspetto visivo e comunicativo delle etichette”. I richiami evidenti ad un linguaggio 2.0 sono un mezzo affinché “il vino diventi – continua – una valida alternativa anche per i giovani, senza dimenticarsi di curare il percorso qualitativo di produzione” tipico della tradizione delle più vecchie cantine. Per questo ogni vino è accompagnato da una simpatica scheda di approfondimento in cui, alla puntuale descrizione della produzione del vino, si accenna alla personalità del produttore e ai suoi gusti con un suggerimento musicale e cinematografico da affiancare alla degustazione. Un’acuta trovata per connettere prima di tutto il cliente all’immagine del vino e a ciò che rappresenta; successivamente, con eguale importanza, al suo gusto.
“Noi ci mettiamo la faccia”
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Gianluca Grasselli
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