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Dalla Svizzera alla Maremma. Dalla cucina alle vigne. Roland Krebser chiacchera con So Wine So Food

By Febbraio 10, 2019No Comments

Responsabile della produzione di La Selva, azienda agroalimentare, Roland Krebser sposa il biodinamico e il biologico

Parlare non è stato difficile, anche se il suo accento, ci ricordava costantemente la sua provenienza, la Svizzera. Ma si sa, quando si parla di buon vino e di madre terra, bè, non ci sono ostacoli che tengano. E così, siamo partiti proprio da qui, gli abbiamo chiesto il perché della sua scelta di venire in Italia. La spinta è stata una: la possibilità che il Belpaese offre di fare un vino di grande qualità. La meta, fin da subito, è stata la Maremma, “terra che nella sua autenticità ben si presta alla creazione di un ottimo vino”, come ci racconta. Clima e terroir maremmano lo hanno conquistato al primo incontro. Quando Roland entrò per la prima volta nell’azienda La Selva, sposò pienamente la filosofia che lì si respirava. La Selva decise, già dal suo nascere, di intraprendere un cammino a pieno ritmo biodinamico e, fino ad oggi, fino a domani, propone tutto il buono che la natura produce nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’uomo.  Erano gli anni ’80. Erano gli anni in cui parlare di biologico non era una moda né tantomeno era un tema così bollente. Questa visione del mondo conquista subito Roland che nel frattempo da cuoco (in Svizzera) diventa responsabile della produzione. E come responsabile, non potevamo non chiedergli come lascia lavorare la natura affinché nel calice possa esprimersi in tutta la sua potenza. A questa risposta, Roland fa venire fuori tutta la passione e l’amore che ci mette nel suo lavoro, infatti ci dice: “la nostra filosofia è quella di accompagnare l’uva sulla strada per diventare vino”, e quindi non imporle un cammino o una espressione obbligata, “si parte dalla terra, che non viene né forzata né sfruttata, ma viene aiutata: meno si produce e più sarà buono il prodotto”.

“Un vino è buono quando è genuino e sano”

– Roland Krebser –

Roland poi ci racconta che tutta la vendemmia viene fatta a mano, cosa che differenzia già da subito il vino che ne verrà. Un procedimento più faticoso, più lungo, come ci dice, ma che sicuramente crea contatto con madre natura, quel contatto che così troppo spesso manca. Un contatto che si stabilisce come firma stessa della cantina. Seguendo il suo cammino, l’uva arriva in cantina sana e viene lavorata con meno aggiunte possibili. La cosa importante, ci dice è “la fermentazione a temperatura controllata, grazie alla quale si riesce a tirare fuori il massimo dell’uva”.

La Selva produce da qualche anno, uno dei vini più buoni della Maremma, lavorando su varietà locali e recuperando un antico vigneto usato per lo più in taglio, il Ciliegiolo che qui viene vinificato anche in purezza, è un vino di grande personalità ed eleganza. E’ un vino che va a collocarsi tra i risultati di grande qualità dell’azienda, paradossalmente però, è anche il più difficile da lavorare. Ma si sa, le cose più difficili da conquistare son sempre quelle più amate. Con il ciliegiolo e chiaramente gli altri vini, La Selva partecipa attivamente agli eventi di comunicazione del vino. A livello internazionale viaggia però con il suo Morellino, premiato più volte, ma anche con il Sangiovese vinificato in bianco. Ma noi di So Wine So Food, un po’ per l’estate, un po’ per la voglia di freschezza, vi suggeriamo di provare il Rosato, un rosè secco, dal profumo fresco, dal gusto intenso e fruttato, adatto per le magnifiche serate d’estate che ci stanno già deliziando!

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