Cocciuto nasce da un’idea di Michela Reginato e Paolo Piacentini con l’intento di portare innovazione nel concept della ristorazione moderna
Fino a vent’anni fa, l’idea di gastronomia legata al ristorante – pizzeria, era sinonimo di un modo di mangiare che faceva capo a una proposta menù ibrida, di media qualità, in ambienti non troppo ricercati tali da non figurare come economicamente inaccessibili.
A Milano, da qualche tempo, si respira voglia di tornare a quel tipo di binomio, ma nel quale le sue espressioni di internazionalità soprattutto nell’offerta della qualità in toto, sta favorendo un trend gastronomico nuovo, inaspettato e che si sta facendo apprezzare da varie fasce di clientela milanese e internazionale.
L’insegna di Cocciuto, nelle 4 sedi di Milano, dislocate in zone strategiche della città – Via Bergognone (zona Tortona), Corso Lodi (Porta Romana), Via Melzo (Porta Venezia) e la più recente di Via Procaccini – ne è la dimostrazione. Diventato un punto di riferimento per gli amanti della pizza e della buona cucina, Cocciuto nasce da un’idea di Michela Reginato e Paolo Piacentini con l’intento di portare innovazione nel concept della ristorazione moderna.
Un’attenta selezione delle migliori materie prime, protagoniste di una carta che insieme alle pizze annovera anche piatti dal twist internazionale, unitamente al mood ricercato ed elegante dei locali e alla professionalità del servizio, ne fanno un’insegna unica nel suo genere. Il nome stesso e il payoff “La qualità in testa” incarna l’ostinazione nel raggiungere il massimo sotto tutti i punti di vista.
Gli chef entrati a far parte del gruppo, Alessandro Laganà e Mattia Fabris, sono giovani ma con alle spalle esperienze lavorative di alto livello, stellate e non. Alessandro Laganà, classe 1990, ha lavorato al fianco di Carlo Cracco, del Maestro Gualtiero Marchesi da “Il Marchesino” – dove ha ricoperto il ruolo di sous chef – e nella cucina di “Aimo e Nadia”, dove rimane per diversi anni.
Il rispetto per i piatti rappresentativi della cultura gastronomica italiana sono sicuramente parte fondamentale del suo modo di lavorare che colpisce e piace. Mattia Fabris, classe 1996, si forma invece nelle cucine dei più prestigiosi hotel 5 stelle lusso di Milano – come il Bulgari e il Park Hyatt – per poi approdare al ristorante show-room Bleisure, dove affina la sua tecnica e incontra Laganà.
Lo chef Fabris da Cocciuto mette a frutto anche alcune esperienze maturate all’estero dando un tocco di internazionalità alla carta. Non solo pizza, dunque, ma anche piatti esteticamente belli a vedersi, curati negli abbinamenti e nelle lavorazioni, soprattutto per ciò che riguarda carne e pesce.
Nella nuova sede di Via Procaccini, in particolare, Cocciuto ha presentato il nuovo menù firmato dai due chef nel quale appaiono non solo le pizze che da sempre contraddistinguono l’insegna – cornicione pronunciato, leggerezza dell’impasto e abbinamenti importanti grazie all’utilizzo di ingredienti ricercati – ma soprattutto una selezione di piatti capaci di accontentare con semplicità tutti le tipologie di palato, andando incontro alle varie esigenze di una clientela che, o per lavoro o per piacere, riesce a trovare una cucina soddisfacente e di gran gusto.
La volontà di mantenere al primo posto l’attenzione per la qualità delle materie prime è il caposaldo della filosofia del brand: ed è per questo che anche i prezzi sono proporzionati alla tipologia di offerta.
Il nuovo ristorante, che conta circa 100 coperti, è un luogo suggestivo, dallo stile newyorkese, elegante e accogliente. Tutti gli elementi di design sono accuratamente selezionati ed esaltati, nella loro particolarità, dalle luci che regalano giochi di cromie inaspettati; rendendo l’atmosfera ricercata, moderna e dall’allure internazionale. Intanto all’orizzonte c’è già una quinta apertura di Cocciuto in dirittura d’arrivo in via Turati. Il termine dei lavori è previsto entro la fine dell’anno.