Conservazione delle caratteristiche del territorio e grande rispetto dell’ambiente attraverso processi di lavorazione tradizionali
A San Felice del Molise, in provincia di Campobasso, si trova l’azienda vinicola Claudio Cipressi. Vitigni autoctoni e storici come la Tintilia del Molise, coltivati con metodi rigidamente biologici.
“Il vino dà emozioni”
– Claudio Cipressi –
Il vino è per Claudio Cipressi passione. Lui che circa 25 anni fa ha abbandonato tutte le sue attività precedenti quando sentì parlare per la prima volta di Tintilia e se ne innamorò. Lui che andò realmente in vigna facendo selezione e micro vinificazione, poi nel 1998 piantò i suoi vigneti.
Fino a qualche anno fa tutta la produzione di Tintilia che veniva impiantata nella regione molisana partiva dai suoi vigneti. Il segreto dei suoi vini? Semplicemente rispettare l’ambiente e ciò che la natura dà. San Felice è infatti un territorio fantastico nel quale la vite si è ambientata talmente bene che non serve alcun tipo di trattamento: si devono conservare le caratteristiche del territorio senza essere invasivi, rispettare cioè la vigna tornando al prodotto naturale. Non si hanno grosse rese perché non si concima, però si ottiene un prodotto eccezionale che regala soddisfazioni.
Accortezza particolare, attenzione al dettaglio nella lavorazione e molta cura: pulizia in vigna, nel trasporto ed in cantina. La produzione viene dunque fatta con processi di lavorazione tradizionali in cantina e non invasivi, senza andare ad interferire con il frutto e lasciando intatto il sapore del vitigno Tintilia. La selezione delle uve raccolte è accuratissima, fatta grappolo per grappolo, in un territorio dove la natura fa il suo corso e presenta le uve stesse già sane e di ottima qualità. Oltre a San Felice, Cipressi ebbe la possibilità di impiantare la Tintilia anche a Guglionesi, ma dopo accurate indagini capì che il microclima che c’era a San Felice in altri posti non lo avrebbe trovato: la zona dove ci sono i vigneti è “tipo anfiteatro” a circa 30 km dal mare, con brezze che arrivano, non c’è umidità e questo permette di fare il biologico. Il terreno è di natura argillosa in superficie e nella parte inferiore presenta pietra e roccia ed è l’impianto ideale per la vite perché la parte superficiale mantiene comunque l’umidità e sotto invece è fresco.
Il Macchia Rossa è il vino che rappresenta al meglio Cipressi perché è una Tintilia 100%: quello che esce nella vigna è dentro la bottiglia. Tre anni fa Claudio Cipressi ha rivoluzionato l’azienda. La sua idea iniziale era quella di curare l’attualità, il prodotto in tutti i sensi. Ha invece azzerato tutto, compreso le etichette delle bottiglie. Ha sottoposto le sue idee a vari grafici fino a scoprire Davide De Luca di Pescara che ha saputo concretizzarle dando al suo prodotto un’immagine chiara, fresca, pulita e senza fronzoli all’insegna della semplicità con un leggero tocco di colore per distinguere le varie linee di vini.
Molise, Italia ed estero: l’obiettivo è avere sempre una buona presenza sul territorio regionale, ma si punta ad essere un po’ dappertutto anche Italia e poi a guardare ai mercati esteri che sono sempre quelli più appetibili perché in grado di recepire una linea di vini non economica come quella di Cipressi. Mai sentirsi arrivati nel settore vinicolo: nell’azienda Cipressi si fanno ogni anno sperimentazioni. Già nel 2003 ci furono delle prove di appassimento di Tintilia, dallo scorso anno è stato messo in pratica questo appassimento al naturale. Sempre alla ricerca di migliorie: coi rossi Cipressi si sente a buon punto, mira a migliorarsi col rosato e a cercare di riuscire a produrre bene il passito. Un altro obiettivo futuro, sempre parlando della Tintilia che ha una bellissima acidità e buona struttura, è la spumantizzazione del vino stesso con metodo classico.
Il progetto è ancora in fase embrionale, ci vorranno circa quattro o cinque anni prima di vederlo realizzato. Si deciderà di uscire sul mercato solo quando si avrà la certezza di aver raggiunto un prodotto di alta qualità e al naturale. Si dovrà dunque capire come vendemmiarlo, affinarlo e lavorarlo.