Dal 1988 ad oggi, passando tra le stelle, Chef Troiani conquista ancora Roma, diventando scultore di nuove idee.
“Ci ho preso gusto giorno dopo giorno.” Così lo Chef Angelo Troiani inizia il suo cammino verso le stelle. Per gioco, per fascino, per curiosità. Un gioco che è diventato quotidiano, un gioco che è diventato da capire, da risolvere, e spesso, da inventare. Era il 1988 quando apre il suo primo ristorante, tappa fondamentale per la sua corsa al successo. Un’epoca diversa dalla nostra, fattore questo che, di certo, ha avuto la sua importanza: c’era meno attenzione intorno alla ristorazione, ma “un po’ per fortuna, un po’ per bravura (modesto il nostro Chef, ma diciamo pure, per bravura, e molta anche) ho attirato la curiosità della stampa”, afferma.
Un cammino abbastanza veloce in cui il sapore dei suoi piatti può venire anche da un sogno. Infatti, la sua fonte d’ispirazione, è in ogni cosa possa suscitare in lui, (e di riflesso in noi) emozione: un viaggio, un ricordo, un sogno o, a volte, (non ci crediamo nemmeno noi!) qualcosa che non gli riesce. Così lo Chef ci stupisce e ci confida che non sempre è buona la prima: “dall’idea del progetto di un piatto alla sua completezza a volte ce ne passa”. Ogni suo piatto nasce anche da questo, ma anche, dalla collaborazione, condivisione e coinvolgimento dei suoi ragazzi all’Accademia Coquis di cui ne è direttore didattico. Lo Chef ci tiene a loro, ci tiene che siano parte importante del suo progetto, Il Convivio e del suo menù che non resta fisso, ma che cambia frequentemente.
Chef Troiani, rappresenta l’eccellenza del territorio romano, anche se non gli piace per forza restare legato ai 7 colli. Ma rappresentare il territorio romano è importante ed è uno dei suoi motivi d’orgoglio. E così, nella sua cucina non mancheranno mai guanciale e pecorino.
“La stella Michelin è stato un bellissimo stimolo a fare sempre meglio”
– Angelo Troiani-
La passione del suo lavoro, inizia e si conferma ogni mattina, quando non ancora assopita la sera precedente, va a fare la spesa selezionando e scegliendo i suoi prodotti con grande premura. La passione del suo lavoro gliela si legge negli occhi, pieni di pensieri e di idee, magari proprio rivolti a qualche nuova sperimentazione. In fondo, ciò che più ama fare, lo chef Troiani, è proprio questo, (ce lo confessa ridendo, “assaggiare”) è sperimentare. In fondo provando e riprovando, si arriva al cambiamento, a volte necessario e spesso già in corsa, in una fusion inevitabile. Quegli stessi occhi ancora si emozionano davanti al ricordo della sua prima stella Michelin, che è stata per lui, sì un bel premio, ma soprattutto uno “stimolo e un impegno a fare sempre meglio”. E qual è il piatto che avrebbe voluto inventare lo Chef Troiani? Ma certo, gli amati cappelletti. E come poteva essere diverso! Semplicità e armonia che racchiudono tecnica, ricerca continua e tanta tradizione. Proprio come lo Chef che vede nel monoprodotto la prossima frontiera dell’arte culinaria: “settorializzarsi e specializzarsi in un dato prodotto, sarà per i nuovi Chef, forse, la differenza, la grande differenza”.
Sebbene abbia già realizzato uno dei suoi desideri più grandi, Chef Troiani continua a sognare e So Wine So Food gli augura la caparbia e il coraggio di realizzare tutto al meglio.
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