Il mondo dello chef è pieno di ricordi. Un percorso che lo porta alla riscoperta di valori e nuovi sapori.
Profumi. Ricordi. Colori. Terra. Se dovessimo scegliere parole per raccontare la qualità e la freschezza dello Chef Danilo Ciavattini, sceglieremmo queste. Perché in ognuna di esse, c’è il riflesso della sua cucina, creatrice di vere e proprie atmosfere. Ma forse una più delle altre racchiude la sua opera: campagna. Ma andiamo con ordine.
Lo Chef Danilo Ciavattini sceglie questo mondo, perché più di altri rispecchia la sua volontà di fare qualcosa che partisse dalla testa, e poi più giù, dal suo carattere. Una scelta che conciliasse, quindi, predisposizione e tecnica. Una passione che nasce nella sua tenera età e che inizia a coltivare nei primi studi superiori. Una persona esigente con se stesso e con le sue mani. Caratteristica che si vede forte anche nelle sua cucina: cercare di fare meglio senza mai perdere di vista, fino a lasciarsi guidare da una forte creatività, punto forte del nostro Chef. Nel cammino alla ricerca della sua strada, molti sono stati i posti, molti gli spunti, molte le conoscenze e gli “amori”: Francia, Austria, Finlandia.
Mondi che hanno certamente influito nelle sue scelte e nei suoi passi. Ma la sua strada è una, la campagna. Un modello che preferisce a tutto: partire da “quella” idea, o forse anche ideale, di campagna legata ai suoi contadini.
Questa è la sua scelta. Questa la sua “conversione”: dalla semplicità estrema alla sua imponente forza creativa. Punto di partenza è stata la patata, elemento tra i più umili se vogliamo, della terra. E questa è la sua svolta:
“La natura non va forzata”
– Danilo Ciavattini –
A questo piatto, la sua filosofia quindi. E come nasce questo piatto, la famosa patata interrata?
Servita come contorno, inizialmente intera, nell’osservazione e nello studio, lo Chef Ciavattini, inizia a servirla con sopra dei funghi per darle un po’ di profumo, ma un giorno, ed ecco la svolta, gli arriva l’ispirazione: ricostruire la patata nel suo stato naturale, sì esatto, proprio come si presenta alla sua raccolta, interrata appunto. Il suo lavoro si concentrò appunto sull’elaborazione del “terriccio”. Operazione che ha richiesto tempo e fatica e addirittura una resa. Ma la sua caparbietà gli ha permesso di affrontare e vincere la sfida. Il risultato è stato, è chiaro a tutti, l’eccellenza. Partire per gioco, che gioco non era, e arrivare alle stelle, trovando la sua strada lì, tra la qualità e il buon gusto.
È da qui che il suo mondo, soprattutto interiore, finalmente si apre: lavorare su qualcosa che non solo conosceva molto bene, ma che ancora prima, gli apparteneva, la terra, appunto, la natura, appunto. La campagna. E così, ricordi della nonna e della terra si fondono nelle sue sperimentazioni in risultati pienamente e degnamente gourmet. E così, chef Danilo Ciavattini conquista le vette del buon gusto.
[widgetkit id=”81″ name=”Gallery Bottom-A Chef Danilo Ciavattini”]