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Un viaggio alla scoperta dei segreti del celebre aceto balsamico nato in Emilia ed esportato in tutto il mondo

Poche sono al mondo le aree che come Modena e provincia possono vantare una serie quasi interminabile di eccellenze. Un patrimonio culturale fatto di velocità, di architettura e di enogastronomia. In quest’ultima sfera rientra certamente il celebre Aceto Balsamico di Modena.

Mercoledì 19 giugno, siamo stati a Cavezzo, piccolo comune della provincia emiliana, ospiti di Casa Mazzetti – the home of aceto balsamico di Modena, cantina ufficialmente inaugurata nel 2018, rinata dopo il disastroso terremoto che ha colpito la regione nel 2012.

Casa Mazzetti può definirsi un centro didattico, uno spazio in cui si tramandano con passione le tecniche e i segreti di due diverse tipologie di prodotto: l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e l’Aceto Balsamico di Modena IGP.

La visita a Casa Mazzetti si è aperta con un cocktail di benvenuto in cui il succo d’arancia e la dolcezza della fragola ben si sposavano con il deciso sapore dell’aceto balsamico.

Assolutamente emozionante il tour nella “sala” dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP;siamo rimasti totalmente estasiati da un vero e proprio teatro (120 posti a sedere) contenente 800 batterie formate da 5600 botti, “accarezzate” in sottofondo, dall’inconfondibile voce di Luciano Pavarotti, ennesimo dono divino alla provincia emiliana.

7 è il numero magico dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP: 7 sono, infatti, i legni idonei alla costruzione delle botti, tutti ovviamente autoctoni (si va dal ciliegio al frassino passando per il costosissimo ginepro); 7 sono anche i vitigni le cui uve possono essere utilizzate per la realizzazione del prodotto, il più celebre della zona è senza dubbio il Lambrusco.

Il caldo e l’umidità all’interno del “teatro” sono importanti, ci viene spiegato che l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP ha bisogno di temperature elevate in estate e rigide in inverno.

L’estrazione del prodotto dalle botti e l’assaggio sono stati momenti intensi ed emozionanti. Per un prodotto unico anche il packaging deve essere all’altezza, ecco quindi che le due varianti, capsula rossa per l’aceto invecchiato almeno 12 anni e capsula oro per il prodotto invecchiato almeno 25 anni, sono imbottigliate in opere d’arte in vetro ad opera di Giugiaro.

Una gustosissima pausa pranzo ci ha come risvegliati dall’estasi provocata da quanto ammirato ed assaggiato in precedenza.

Assolutamente degni di nota i Tortelloni ricotta e spinaci con crema di Parmigiano Reggiano, culatello croccante e gocce di Aceto Balsamico Tradizionale DOP.

Dopo un rifocillante pranzo siamo stati introdotti nelle sale dell’Aceto Balsamico di Modena IGP; ad attenderci uno spettacolare tino alto 8 metri, chiamato Hercules, capace di contenere ben 2741 hl del prezioso prodotto.

Anche qui, come per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, è presente la capsula oro che sottolinea come il prodotto sia invecchiato almeno 3 anni.

Il tour è terminato con originali degustazioni tra varie tipologie di Aceto Balsamico di Modena IGP e, sul finale, l’assaggio dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.

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