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Carlo Andrea, figlio d’arte e giovane chef, si misura con una cucina molto diversificata: dalle carni alle erbe, alla continua ricerca del meglio esistente sul mercato

La passione di Carlo Andrea. A pochi minuti dal casello di Agrate, Milano 37 può essere la risposta giusta a chi cerca qualità e piacevolezza. Con un verdissimo dehor fra ulivi e gelsomini, è un locale dove si può trascorrere un piacevole e rilassante momento isolati dal trambusto e cullati dai raggi di sole nella bella stagione.

Un grande vecchio ulivo e le sue fronde fanno da cornice agli aperitivi, pranzi e cene per un’esperienza molto speciale. La proprietà è di Luigi Pantaleo già patron di Granfuoco, teak house molto apprezzata. Negli anni 2000 nasce l’idea spostarsi nella vicina Gorgonzola al numero 37, dacché il nome “Milano37”, ristorante che oggi vanta una cucina creativa, con cantina a vista come pure l’incanto del braciere di cui se ne fa grand’uso per le carni.

Dal 2009 in questo locale troviamo ai fornelli il giovane Carlo Andrea Pantaleo, figlio di Luigi, che per anni è stato aiuto appunto del padre, ma che ora può vantare un curriculum di valide esperienze presso chef famosi italiani.

Un sogno che ha coltivato fin da subito da quando appena terminati gli studi presso l’istituto alberghiero “Olivetti” di Monza, entra nella prestigiosa cucina dell’hotel 5 stelle lusso Villa del Quar di San Pietro in Cariano (VR), al fianco di cuochi come Filippo Gozzoli e Gennaro Vitto.

Terminata questa esperienza si trasferisce a Milano nel ristorante Galleria Meravigli dove non si tratterrà a lungo per cogliere al volo l’opportunità di iniziare una nuova avventura in uno dei ristoranti più noti di Pavia, l’Osteria del Collegio. Nel 2015 bussa alla sua porta il sogno di una vita: l’opportunità di diventare lo Chef del proprio ristorante.

Un’avventura che va avanti da più di dieci anni da sommare alle precedenti grazie alla quali è diventato il professionista e la persona che è oggi. Nella sala dalle ampie vetrate, con papà Luigi e i suoi collaboratori avrete un servizio impeccabile con l’emozione di una cucina creativa, basata sulla tecnica della cottura alla brace in tutte le sue sfaccettature: diretta, indiretta e affumicatura, con piatti che sono un convincente mix di sapori e profumi.

Lo staff di sala diretto da Enrico Rizzo (anche sommelier) vi accompagnerà in tutta sicurezza, in un viaggio senza tempo tra i sapori e i profumi della nostra Lombardia e perché no, anche con uscite estere.

Lo chef Carlo Andrea Pantaleo in suo scritto dichiara: “Cucinare è il mio modo di comunicare, il mio strumento di creatività e tutto il mio essere di spontaneità, il poter mescolare sapori incredibili con odori semplici ma a volte sorprendenti. Cerco ogni giorno di valorizzare l’equilibrio dei contrasti sia in cucina che nella vita. Per il mio modo di pensare non esiste una buona cucina o una cucina cattiva; esiste solo quella che più ti piace e pertanto la mia è continuamente una grande sfida. Nei miei piatti utilizzo solo tre ingredienti. Non li scelgo pregiati, la cosa più importante è che siano stagionali per avere da loro il massimo e che si sentano tutti… dal primo al terzo in un’armonia circolare incantevole ed equilibrata”.

Della nostra visita di metà novembre, in cinque, abbiamo ricordi imperdibili: piovra cotta alla brace con patata e salsa all’aglio nero; carbonara ai ricci di mare; astice alla brace con erbette, maionese di nocciole e la sua salsa; risotto al topinambur e animella; costoletta di agnello Nuova Zelanda con pastinaca; diaframma di Black Angus scozzese con cipolla di Breme; cioccolato bianco, rosmarino e mango; rivisitazione della classica torta al limone.

I Formaggi sono di Marco Vaghi, specialità alimentari di San Genesio e Uniti (PV). Tra le altre specialità in carta troviamo: selezione di salumi misti con gnocco fritto; la melanzana cotta al carbone, cipolline borretane in agro e pane croccante; bottone ripieno di piovra, salsa americana e cremoso di patata al limone; il tomahawk irlandese cotto al fuoco servito con ortaggi di stagione alla brace.

Chiusura in dolcezza: la nostra versione di tiramisù; frutti di bosco con gelato; spuma di capra con rabarbaro e lampone ghiacciato; card al limone con meringa servito tiepido. La carta prevede altri piatti con prevalenza di carni, sia cruda, che alla brace.

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