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Cantina Le Rose: biologici in tempi non sospetti

By Settembre 27, 2016No Comments

Intervista ad Aldo Piccareta: un’azienda a conduzione familiare tra le vigne dei Castelli

“Quando la mimosa fiorisce i primi di gennaio è chiaro che c’è qualcosa che è cambiato”: così esordisce Aldo Piccareta, seduto ad un tavolino di fronte alle sue vigne, parlandoci dei cambiamenti climatici e d come è andata la vendemmia. Il signor Piccareta, nonostante la pioggia si dice che le piante hanno reagito bene e non c’è traccia di marciume. L’azienda coltiva soprattutto vitigni autoctoni (malvasia puntinata, bellone, grechetto) a cui è stato scelto di affiancare del fiano, sfruttando le qualità vulcaniche del terreno, e un po’ di petit manseng utilizzato assieme alla malvasia per produrre un vino da vendemmia tardiva. Le uve vengono raccolte a mano e trasportate in cassetta; la lavorazione segue il modello “Borgogna”: mosto fiore chiarificato a temperature molto basse e fermentazione con lieviti selezionati; una parte dei vini va in botte, il resto viene invecchiato in cemento.

“Aspettiamo con ansia la moda della Pace”

-Aldo Piccareta-

Quando gli chiediamo se ritiene che il molto parlare di biologico e biodinamico degli ultimi anni sia una moda o piuttosto un’effettiva risorsa per i produttori di vino, lui risponde netto: “che oggi sia anche una moda è fuori discussione”, in ogni caso, continua: “ben vengano mode di questo tipo”. L’azienda agricola Le Rose è partita, fin dalle sue origini, seguendo un approccio biologico, “in tempi non sospetti”, come dice il signor Aldo.

Parlando della cattiva nomea dei vini del Lazio e del pregiudizio che si ha nei loro confronti in alcuni ambienti specialistici, il signor Aldo risponde in maniera molto onesta: se da un lato la nomea è parzialmente meritata (c’è stato un periodo in cui si sono prodotti vini che definisce “ai limiti della potabilità”), d’altro canto fare il viticoltore nel Lazio è viticultura estrema alla stregua che farlo in Liguria o nelle isole: lì si combatte contro una terra aspra, qui è l’ingorgo di una burocrazia locale farraginosa a rendere eroico il lavoro. La richiesta sempre crescente (una moda anche questa?) di vini del territorio può dare una spinta non indifferente a quei produttori che si impegnano a far rendere al massimo un territorio estremamente votato alla viticoltura.

Concentrandoci sulle caratteristiche dei vini Le Rose, diremo che acidità importante, anche se non dirompente, ed una mineralità frutto del territorio sono quelle più evidenti. Ma si sa, il modo migliore per giudicare un vino resta sempre l’assaggio. Cin!

Francesco Snoriguzzi

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