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Filippo La Mantia cura il menu della nuova caffetteria nella Pinacoteca di Brera. Design ispirato agli anni ’50 e firmato rga studio: un omaggio a Fernanda Wittgens, la prima direttrice del museo milanese

Fernanda Wittgens, è stata la prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera e a lei è stata dedicata la caffetteria dopo la riapertura del museo statale. Caffè Fernanda è stato inaugurato lo scorso ottobre: un luogo dove in ogni angolo si respirano arte e  design. Chi passa di qua si ritrova immerso nella bellezza e nella cultura. Non a caso, si trova al primo piano della Pinacoteca, un angolo pensato proprio come parte integrante di una delle 38 sale del polo museale, realizzato da James Bradburne

Ciò che colpisce di questo spazio è lo stile architettonico. Il lavoro, curato dallo studio milanese rga studio è stato proprio quello di rivisitare l’architettura e il layout  degli anni ’50. A dare grande impatto visivo al punto di ristoro della Pinacoteca  è sicuramente la scelta dei colori: le pareti color ottanio, in elegante contrasto con i colori caldi della galleria, mettono in risalto le maestose opere che campeggiano sulle pareti. Dalla Conversione del Duca d’Aquitania di Pietro Damini, a Le tre Grazie di Bertel Thorvaldsen, fino al busto di Fernanda Wittgens di Marino Marini e il suo ritratto compiuto da Attilio Rossi, sono le bellezze artistiche presenti nella caffetteria che accolgono i visitatori. Qui, un ruolo importante lo svolgono le luci a LED orientabili che ricalcano l’orditura delle travi in gesso e sono l’unica fonte di luce, dell’ambiente. Proprio sotto la tela di Damini è stato collocato il lungo bancone della caffetteria, realizzato con sottili liste semicircolari in noce canaletto e un sottile piano in ottone con i bordi arrotondati, tipico degli anni ’50. La cura al particolare si vede anche quando si posano gli occhi per terra: sono stati recuperati i pavimenti marmorei in fior di pesco e le cornici rosso Lepanto, entrambi originari del progetto di Piero Portaluppi. Non da meno sono gli interni. L’arredamento di design, firmato Pedrali con le sue  sedute modulari Modis, le poltrone Jazz e i tavoli Inox nel ripiano in noce e basamento, con finitura in ottone danno quel tocco caratteristico che rende Caffè Fernanda un posto davvero unico in tutta Milano.  Impossibile resistere alla tentazione di fermarsi qui, sorseggiare un drink e a ammirare lo scorcio del quadro di Francesco Hayez, Il Bacio, su una delle sedute Nym e Nemea situate proprio al centro della sala. Non poteva mancare anche uno spazio esterno arredato con la collezione outdoor Nolita con tavoli e sedute. Caffè Fernanda è una caffetteria a “regola d’arte”, parte integrante della Pinacoteca, un luogo dove ogni passante può concedersi un momento di pausa immerso nell’arte e nel design, caratteristiche che la città meneghina offre sempre più spesso.

Il cibo è ovviamente protagonista. Infatti, la caffetteria ospita un bistrot che propone un menu semplice e fresco dove la protagonista è la Sicilia. Il motivo? A firmare i piatti è il cuoco (guai a chiamarlo chef) Filippo La Mantia. Siciliano doc, trapiantato a Milano da qualche anno, ha curato la consulenza di Caffè Fernanda insieme alla chef Angela Adamo: una linea di cucina dove semplicità e gusto sono gli elementi che caratterizzanti. Qualità della materia prima e ingredienti prodotti da agricoltura sociale: questi i punti di forza dei piatti ispirati ai capolavori della Pinacoteca che evocano profumi e ricordi della cultura Mediterranea.



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