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L’abbinamento ideale per una serata firmata made in Italy

Un menù a base tartufo bianco di Savini accompagnato da Brunello di Montalcino di 5 case vitivinicole differenti hanno allietato i commensali del ristorante del Chapter di Roma dal 23 al 27 Novembre.

Campocori, ristorante dell’hotel Chapter di Roma, ha ospitato in queste 5 giornate di fine novembre un evento sempre più apprezzato nel panorama italiano. Quando il “made in Italy” scende in campo con uno dei vini che ci ha resi celebri nel mondo insieme ad un elemento sempre più ricercato e raro a livello culinario, possiamo esser certi che il risultato è una vittoria assicurata. È il caso del Brunello di Montalcino che con le espressioni di Marroneto, Castello Tricerchi, Tenute Ruffino, Argiano e Le Potazzine si sono alternati fra verticali di Brunello e Rosso di Montalcino lasciando spunti di riflessioni a coloro i quali hanno avuto la fortuna di partecipare alle cene.

Il ristorante e il menu dedicato

Lì dove tutto il mondo si reca per assaggiare il carciofo fritto del ghetto ebraico di Roma ecco Campocori: un ristorante lussuoso, di design, ricercato e scelto non solo per le occasioni speciali. Progettato dal pluripremiato interior designer sudafricano Tristan Du Plessis, il ristorante viene capitanato dal giovane chef romano Alessandro Pietropaoli. Vanta un’esperienza nazionale ed internazionale dove ha avuto la possibilità di ricevere insegnamenti da Cannavacciuolo, Vito Mollica e Antonello Colonna. Per questo evento lo chef ha pensato a dei piatti molto interessanti e per niente banali: capriolo maturato nocciole e funghi, tagliolino sedano rapa parmigiano e fondi di manzo all’aceto balsamico, lepre à la royale. Tutti i piatti sono stati rigorosamente serviti con l’aggiunta del tartufo bianco di Savini Tartufi.

Argiano e la nuova rotta con Bernardino Sani

La storia di Argiano comincia nel lontano 1580 nella terra vocata del Sangiovese. Ad oggi numerose sono le recensioni dei loro vini nelle migliori guide dedicate e sempre di più sono i premi che riceve la cantina. Bernardino Sani, attualmente amministratore delegato ed enologo, guida l’azienda dal 2013 e dal 2015 ne firma anche i vini. In questa degustazione-abbinamento ho avuto il piacere di assaggiare il Brunello 2016, il Brunello 2015 e la riserva 2012.

Il Brunello di Montalcino 2015 si è dimostrato pronto ad essere goduto: sentori ampi, armonico e rotondo. Diverso il Brunello di Montalcino 2016 che invece è risultato leggermente chiuso.

Nella 2016 si percepisce la grandezza e la maestosità dell’annata che tende tuttavia a non lasciare ad oggi, infinite espressioni. Si percepisce un vino di grande potenza ma che necessita ancora qualche anno di affinamento in bottiglia.

Discorso a parte per il Brunello di Montalcino 2012 Riserva : un vino molto differente dalla mano di Bernardino. Nei vini precedentemente degustati la concezione innovativa e attuale si percepisce, la riserva 2012 ha delle note più tese e dritte rispetto la sinuosità della nuova regia.

Ad ogni modo l’eleganza e l’opulenza del Brunello di Montalcino non lascia presagi su riflessioni atipiche rispetto la massima espressione del Sangiovese. Minime sono le differenti sfaccettature da anno ad anno ma, nell’abbinamento, si riesce ad esaltare il gusto del cibo accuratamente accostato al tartufo.

Iniziative del genere sempre più selezionate da una clientela scelta genere il sold-out in tutte e cinque le edizioni. D’altronde, quando ottimo cibo e grandi vini sono alla mercé di un pubblico sempre più curioso, non può che essere un trionfo per tutti.

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