“Siamo cresciute tra le vigne, la scelta del mestiere era per noi ovvia”. A raccontarsi a cuore aperto Giulia e Claudia, vignaiole per passione alla quarta generazione
Siamo nel 2019 e il termine “vignaiolo” esiste anche al femminile, con la “a” finale. Ci sono addirittura delle vignaiole con il nome internazionalmente conosciuto tra gli appassionati e i professionisti del vino, e la qualità dei loro prodotti non ha bisogno dei difensori. La lista potrebbe essere lunga e ricca di storie e forse un giorno ve la proporremo, ma oggi, nel giorno della Donna, vi vogliamo parlare di un’azienda storica di quattro generazioni, con la giovane linfa che sono due sorelle, Giulia e Claudia Benazzoli.
“Siamo cresciute tra le vigne, la scelta del mestiere era per noi ovvia. Claudia si è laureata in enologia e io in agraria”, ci racconta Giulia Benazzoli. “Sapevamo da sempre che un giorno saremmo state noi a portare avanti l’azienda e non ne vedevamo l’ora. Nel 2009 il sogno è diventato la realtà e con tanta dedizione ci siamo tuffate, anima e corpo, a produrre il nostro vino, il vino che piace a noi.”
Quindi, avete cambiato la produzione?
“Affatto. Ci teniamo alla continuità della produzione di famiglia, quello che facciamo noi è una logica e naturale evoluzione del vino nel tempo attraverso le generazioni. Alla nostra piacciono vini eleganti che si fanno bere, abbiamo anche rinnovato l’aspetto estetico delle nostre etichette, rendendole moderne, attraenti e spesso divertenti, con qualche edizione speciale, come quella delle 100 bottiglie del nostro Amarone 2013, numerate e dipinte a mano sul vetro.”
Donne che fanno un mestiere “maschile”, come ci si sente?
“Oggi noi donne possiamo fare tutto ciò che vogliamo anche se la strada non è ancora libera di pregiudizi. Tuttora, una donna non di rado si trova a dimostrare che quel lavoro lo fa non perché figlia/moglie/nipote di un Lui ma perché lo sa fare. Per questo motivo noi donne spesso siamo più preparate degli uomini, perché studiamo, ci applichiamo e perseveriamo nella nostra scelta da non lasciare alcun dubbio sulle nostre capacità e intenzioni”.
Come reputa i tempi odierni per il pensiero collettivo verso donne?
“Non sono dei migliori, si percepisce qualche passo indietro. Perciò è fondamentale che noi donne crediamo in noi stesse, portiamo avanti i nostri sogni e le nostre passioni in qualsiasi ambito essi si trovino. Io e Claudia abbiamo fortuna ad avere ancore tutte e due le nostre nonne. Quella paterna ha 93 anni e non lascia la presa: è stata sempre il pilastro della nostra famiglia perché ha sempre saputo cosa volesse fare e come questa cosa andasse fatta. E’ una donna semplice e concreta, che ci ha fatto sentire in una famiglia solida dove far germogliare il proprio io. Noi vogliamo essere come lei: nella naturalezza della semplicità costruire il futuro della nostra famiglia.”
Ci tenete a sottolineare che il vostro vino non è un vino da donna, bensì è fatto da donne.
“E’ fondamentale capire che non cerchiamo di soddisfare il solo pubblico femminile, facciamo vini che possono piacere a ogni genere, semplicemente il nostro vino è prodotto oggi da me e Claudia, due donne. Non siamo femministe, vogliamo far presente però che dietro un vino non c’è solo e sempre un uomo ma anche una donna, con il suo modo di raccontare il vino, il modo forse più emozionale ma altrettanto identitario e deciso.”
Vino dal carattere identitario. Oggi ci sono diverse filosofie su come far nascere il liquido che Mario Soldati chiamava “la poesia della terra”. In quale corrente vi riconoscete?
“In nessuna se non quella della tradizione. Non vogliamo raccontare ciò che non siamo, non vogliamo seguire le mode che snaturano l’essenza del vino, non vogliamo narrare fandonie solo perché molti le vogliono sentire. Vogliamo valorizzare il percorso di vignaioli fatto dal nostro bisnonno, dal nostro nonno e da nostro padre. Stiamo attente a non inquinare le nostre vigne e le nostre terre, ma usiamo le tecniche moderne in cantina per produrre un vino capace di regalare la gioia.”
Cosa vorreste augurare alle nostre lettrici nel giorno della donna?
“Sicuramente di credere in se stesse e di farsi valere, di confidare nella semplicità della vita, dove c’è spazio per tutto e per tutti, per ogni progetto e ogni passione.”