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Baratie, locale, relativamente nuovo, a Milano è dinamico!

Baratie, un locale in cui due giovani imprenditori Giacomo e Andrea, ognuno rispettivamente con la passione per la mixology e del ristorante dove proporre preparazioni creative e squisite al tempo stesso. Il risultato è un locale dinamico, dove siamo andati a curiosare restandone decisamente sorpresi per l’originalità delle preparazioni in abbinamento a cocktail o vini.

Baratie, incontro di due mondi

Andrea e Giacomo volevano distinguersi creando un locale dove fosse possibile sperimentare, scoprire e provare prodotti di qualità per le due anime del locale. Baratie nasce così, dall’ incontro (casuale) e dalle idee (comuni) di Giacomo Sacchetti e Andrea Cicu.

Milanese il primo e torinese di nascita, dall’anima sassarese, il secondo. Si incontrano nel 2019 al Tree, locale milanese che gestiscono e dove scoprono di voler realizzare la stessa idea di cocktail bar e ristorante. Dopo la chiusura di questo locale dove avevano messo insieme le loro esperienze, decidono – in piena pandemia – che è il momento di creare uno spazio tutto loro. Per cui il 12 maggio 2021 nasce Baratie in Via Stendhal a Milano.

Il nome e i Manga

Il suo nome deriva dalla cultura dei manga, di cui è fan Giacomo, per sdrammatizzare valori e concetti più complessi. In ristorazione indica un locale basato sul prodotto, svestito delle formalità che in una città come Milano spesso vengono accostate ed esasperate. Il locale vuole essere quindi una sorta di porto franco dove amici, e non, si siedono a bere e mangiare qualcosa, tutti insieme. 

La carta dei drink di Giacomo è divisa tra cocktail, interpretazioni ricercate e creative signature e grandi classici, realizzati con ingredienti rari e pregiati. 

Le birre artigianali di Picobrew sono alla spina e i vini sono scelti per la loro qualità e autentica espressione del territorio da cui provengono. Poco più sotto vi raccontiamo per sommi capi i quattro che abbiamo assaggiato, di cui nessuno dei presenti aveva mai sentito parlare!

Baratie, proposta culinaria

Nella cucina di Andrea non c’è un menù specifico, ma una scelta di cicurie (un neologismo che nasce dall’esigenza di distinguere i piatti dai termini già esistenti, ndr), piatti dal gusto contemporaneo pensati per l’aperitivo o per la cena.

Nella nostra esperienza siamo passati da ‘l’ostrica, pera, peperoncino e aneto’, al ‘bignè di fegato di maiale, caramello salato e mandorle’, agli ‘spiedini d’asino’, al ‘panino bao, con maionese al limone, asparagi e cipolla’. Siamo poi passati ai fritti, tra cui ‘Frittelle di baccalà, con salsa di mele e aceto’, le ‘Sarde fritte’, le ‘Zucchine e fagiolini in pastella con maionese di scapece’, per citare alcune delle preparazioni. 

In abbinamento ci hanno veramente stupito con quattro etichette, una più sorprendente dell’altra.

Il primo dalla Tenuta San Francesco, a Tramonti in Costiera Amalfitana, è Alta Costa Spumante Brut Metodo Classico, dai vitigni biancazita, biancatenera, rimasto a riposare sui lieviti 42 mesi prima della sboccatura. Piacevolissimo, dal naso fragrante con sentori agrumati, floreali, fruttati, seguiti da crosta di pane. In bocca è sapido, minerale, dalla vena acida particolarmente rinfrescante, con un finale lungo e persistente. 

Seguiva un vino della Savoia Francese Primitif 2021 di Domaine Giachino, ottenuto dal vitigno Jacquère. Per la sua bassa gradazione può far pensare a un succo di frutta, tanto si ha l’impressione di mordere dell’uva. Un vino che riporta all’essenza del vino che veniva prodotto tempo fa in Savoia, prima dell’enologia moderna. 

Il successivo è stato una Malvasia Istriana macerata del produttore sloveno Klabian Etichetta bianca 2021. Il suo naso aveva caratteristici profumi di buccia d’arancia, erbe spontanee e vaniglia. Al palato il sorso era polposo e dinamico, di ottima freschezza e incisivo timbro minerale. 

Concludeva un vino macerato da Pinot Gris della Valle d’Aosta con Henri Anselmet Et Cinis dalla vendemmia 2020 di La Plantze. Per la vinificazione dopo una macerazione di 3 mesi in anfora, affina nelle stesse per circa 9 mesi con batonnage. Dopo un naso interessante che spazia dalla polpa di mela rossa al fico fresco e alla mora. Poi biancospino, maggiorana e rosa canina. Il sorso ha una decisa salinità, freschezza in secondo piano, con una buona persistenza. 

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