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L’azienda laziale specializzata in accessori per l’alta ristorazione ricerca un connubio tra funzionalità e arte

L’artista contemporaneo Giuseppe Penone pone alla base della sua scultura “Soffio di creta” l’idea di rendere visibile l’invisibile: trasforma in materiale qualcosa di immateriale come il soffio. Riesce a far scomparire la matrice del respiro ovvero l’uomo, rappresentando unicamente l’impronta che esso lascia impressa nell’aria che respira. Molto spesso nella ristorazione la sola pietanza oscura  tutto ciò che la circonda dal locale al piatto, attirando su di sé l’attenzione. Proprio per questo molte aziende e artigiani, attraverso le loro creazioni di design, cercano di porre i vari elementi dei quali si compone un ristorante. L’arredo, i piatti, le bottiglie, i bicchieri sono allo stesso livello della pietanza per arrivare a esaltare la pietanza stessa

Il connubio tra il design e la ristorazione conduce a quello che si può definire “food design”: la progettazione di un prodotto, in ambito enogastronomico, replicabile in serie, che risponda a esigenze estetiche e funzionali. Infatti, diventa necessario inventare un piatto unico che poi possa essere ripetuto e riproposto al pubblico. Il termine artigianato sembra opporsi alla parola design. Il primo punta alla produzione manuale e non in serie, mentre il secondo punta alla serializzazione e alla grande distribuzione. L’aspetto comune è rappresentato dall’attenzione estetica e funzionale del prodotto. Questi due termini nell’azienda Archfood si completano fino a esprimere il proprio massimo in strutture di prestigio, come per il caso della terrazza del ristorante Acquolina

Archfood si occupa, come spiega il suo manager Michele Nasoni, “dell’arredamento per locali di food e grandi impianti, laddove viene trasformato il cibo e non solo venduto, ponendo attenzione anche a singoli prodotti, come piatti e bicchieri, per i ristoranti”. 

“Per quanto riguarda la produzione di accessori, – sottolinea Nasoni – l’azienda realizza costruzioni per determinate presentazioni, anche se in quantità ridotte (si parla di 30 – 40 esemplari), create da un artigiano che le fa su misura, rispondendo a forme specifiche richieste dalle strutture, come piatti che riproducono determinati formati”. L’Archfood, nella fase di progettazione di un locale, oltre a porre attenzione all’arredamento cerca di rispondere attraverso l’oggettistica alle esigenze di funzionalità e di design richieste dallo chef e dal menu. Gli accessori sono considerati come un ingrediente: oltre a valorizzare la pietanza, completano il piatto.



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