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Alle olimpiadi del buon gusto. Il vino raccontato da Giovanni Malagò

By Marzo 25, 2016No Comments

Giovanni Malagò racconta a So Wine So Food l’altra sua grande passione: il vino

Giovanni Malagò, promotore dell’italianità nel mondo, con cui qualche tempo fa ha alzato la prestigiosa coppa di “Vino e istituzione”, consegnatagli in occasione dell’evento “I Migliori vini”, di Luca Maroni. So Wine So Food ha avuto l’occasione di intervistare il Presidente del Coni. Il tempo è stato davvero poco, ma in questo poco tempo abbiamo captato la grande passione del Presidente. Una passione, quella per il vino, nata e cresciuta con il tempo, con “un po’ di saggezza e con le abitudini che cambiano”, ci dice. Una passione che lo porta a diventare grande collezionista e stimatore del buon vino.

La “sua cantina” nasce dalla volontà di avere uno spazio adatto per i suoi vini e da quella di separare i tipi di vino, i rossi dai bianchi e dalle bollicine, in modo particolare quelle italiane, per le quali il Presidente, ci rivela il suo debole. Ma quale vino preferisce il Presidente? Tra i rossi privilegia l’Amarone e tra i bianchi, il Pecorino abruzzese. Tutto ci riporta a quei valori così importanti per il nostro Paese, quali ad esempio quello della territorialità. Valori che, ci spiega, “sono gli stessi che cerchiamo di portare alla candidatura olimpica, cerchiamo di vendere un dossier fatto di storia e di sport, di arte e di cultura, anche enogastronomica”. In ogni regione italiana c’è qualcosa da portare avanti, in cui credere. Che deve essere sostenuto, come il vino, appunto.

“L’eccellenza è tutto quello ci rende orgogliosi di poterlo raccontare, come un vino eccellente”

– Giovanni Malagò –

A proposito di cultura del vino, gli chiediamo di farci luce su un problema tanto a cuore a So Wine So Food, ovvero la giusta comunicazione del vino ai giovani, tra i quali sempre più spesso, vino è uguale a “sballo”. E’ piuttosto chiaro che nel bisogno delle nuove generazioni di “uscire di testa”, il vino ha subito un processo di “anticultura”. E’ pur vero, come ci spiega Malagò, che il vino resta sul lato opposto ai giovani (ecco il punto!). Riusciremmo a comunicare loro l’ideale culturale del vino, magari non eludendo il problema? Magari avvicinandoli a questa forma di bellezza? “Il vino è il portabandiera di chi invece non vuole uscire di testa”. Comunicare loro questo valore dovrebbe partire dalle famiglie, dalle scuole.

Di certo questa è una bella verità, ma quanto potremmo fare anche noi? Intanto, cominciamo a legare al vino, il valore dell’eccellenza, ovvero, nelle parole del Presidente: “tutto quello che ha bisogno di una cura particolare, di dedizione. Tutto quello che ci rende orgogliosi di poterlo raccontare”.

 

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