Coltivazione di tipo biologico, rispetto dei cicli della natura e tener fede alla tradizione contadina
A Prezza, in provincia de L’Aquila, sorge l’azienda Vini Praesidium. Tradizione ed artigianalità nel lavoro di vigna e cantina sono da sempre la filosofia principe per ottenere un vino che sia espressione del suo territorio d’origine. L’innovazione sta invece nel lavoro svolto in questi anni per fare un vino capace di durare e migliorare nel tempo. Il vino tradizionale del paese non è il Rosso Riserva destinato all’invecchiamento, ma il Rosato da consumare fresco. La tradizione sta nella conduzione naturale del vigneto (zappatura manuale alla base delle piante, la cosiddetta “sfossatura” in dialetto). L’innovazione sta nel lungo periodo di maturazione e affinamento del Rosso Riserva. La scelta di limitare al minimo gli interventi nel vigneto ed in cantina è dettata non da ragioni commerciali, ma dal senso di responsabilità verso la salute dell’uomo e del territorio.
“Il vino è la cura di un territorio”
– Antonia Pasquale –
I vigneti sono tutti concentrati nel luogo storico, in una delle zone più importanti del paese la cui vocazione è riconosciuta sin dai bisnonni della famiglia, l’azienda non si è espansa andando a coltivare terreni in zone diverse da quelle che tradizionalmente sono più vocate a dare un vino più espressivo. Sul sito ufficiale di Vini Praesidium si legge “Da un grande territorio di montagna tutta la passione per il Montepulciano d’Abruzzo”. Il vino, in quanto prodotto culturale, frutto dell’interazione tra l’uomo e la natura, è dotato di una personalità unica e speciale che si deve esprimere nel modo più spontaneo e naturale.
La filosofia di Vini Praesidium è quella dello stile di vita della famiglia tramandato nel corso dei decenni dal lavoro contadino. Le preoccupazioni principali sono due: ottenere una bassa resa per elevare la qualità dei grappoli e quindi del vino e limitare al minimo gli interventi sia nella vigna che in cantina. Nella vigna solo concimazioni naturali, senza uso di pesticidi ma solo ridotte quantità di rame e zolfo come consentito dall’agricoltura biologica. La coltivazione di tipo biologico si basa sul lavoro manuale e sull’uso di metodi di intervento rigorosamente naturali che tengono fede alla tradizione contadina. Un’altra mission è infatti assecondare i cicli naturali, cioè non forzare la mano, non ricorrere come detto all’uso di chimica di sintesi: l’uva infatti di solito può essere assai manipolata, ci sono tecniche per accelerare la maturazione, ma qui si cerca di rispettare in tutto i tempi della natura. Il vino è 100% Montepulciano: regna l’idea di produrre un vino in purezza proprio perché uno può risalire attraverso il vino al sapore dell’uva. Non ci sono segreti particolare nei vini di Praesidium. La profondità dei sapori e dei profumi, l’attenzione che dedica uno all’assaggio. Questo è il “tempo”, il lungo tempo necessario per la maturazione dei grappoli (la vendemmia è verso la metà di Ottobre generalmente), il lungo tempo necessario alla maturazione del vino (4 anni in botte per la Riserva, circa 6 mesi di affinamento in bottiglia), il lungo tempo che viene consigliato al bevitore di dedicare al vino per poterne apprezzare tutte le sfaccettature del sapore.
Due sono le linee di produzione (rosso e rosato) che differiscono per due ragioni. Il rosso innanzitutto viene messo in vendita dopo quattro anni dalla vendemmia (i primi due anni in acciaio e gli ultimi due in rovere). Il rosato ha una maturazione di pochi mesi in acciaio, quindi è riferito sempre all’ultima vendemmia. La prima differenza è dunque è sul tempo che intercorre fra il momento della vendemmia e la messa in commercio. L’altra sta nel fatto che uno fa maturazione in legno e l’altro no. Il rosso proviene da un processo di macerazione a contatto con le bucce molto più lungo del rosato. I due vini ovviamente si chiamano entrambi Praesidium: il rosso “Montepulciano d’Abruzzo Riserva”, il Rosato è sempre stato imbottigliato come “Cerasuolo”, ma quest’anno per ragioni burocratiche come “Rosato Terre Aquilane”.
Per le bottiglie si mira ad avere etichette chiare e leggibili: su quella de La Riserva c’è un pendaglio rosso appeso bloccato con un marchio di ceralacca messo per attirare l’attenzione sul contenuto, visto che all’interno sono descritte le linee essenziali con le quali si lavora a Preasidium sia nelle vigne che in cantina. Per quanto riguarda il mercato circa un 40% della produzione va all’estero, il restante 60% in Italia. Si mira però a curare maggiormente il mercato regionale e nazionale.
A Praesidium non solo vino, ma anche la ratafià, liquore da sempre presente nella tradizione abruzzese: si ottiene dall’infusione di vino Montepulciano d’Abruzzo giovane con amarene e visciole. Alcuni di questi frutti sono reperiti nei pressi del vigneto della famiglia quindi nei comuni di Raiano e Pratola Peligna. In progetto ci sono un aceto di vino a base di mosto cotto ed anche il vino bianco: il bianco più a breve termine, forse nel 2017 uscirà la prima bottiglia, per l’aceto ci vorrà più tempo.